Lo Stato di Washington, per primo in Usa, ha legalizzato il ‘compostaggio umano’ dopo la morte. E’ una alternativa alla sepoltura e alla cremazione calda.
Con la stessa legge, che entrerà in vigore il 1 maggio 2020, in quello stato americano verrà introdotta anche la idrolisi alcalina (nota anche come resomation).
Non è stata presa in considerazione la cosiddetta cremazione fredda (la soluzione che in Italia viene propagandata come alternativa alla cremazione calda da vari comitati NOCREM) per la quale non si hanno notizie di sperimentazioni applicate portate a termine in qualche parte del globo.
Già in passato si è spiegato cosa sia la resomation, mentre non era ancora nota questa tecnica di ‘compostaggio umano’.
Per semplicità la si può assimilare ad un digestore aerobico, cioé un sistema attualmente utilizzato in agricoltura però in maniera anaerobica per produrre biogas.
Invece nel nostro caso il corpo del defunto viene avvolto in un sudario e posizionato in un lungo contenitore d’acciaio esagonale, adagiato su un letto di trucioli di legno, erba medica e paglia.
I gas prodotti dal processo vengono aspirati periodicamente, immettendo aria pulita e/o ossigeno per accelerare l’attività microbica.
Nel giro di circa un mese, secondo chi produce questi acceleratori di decomposizione, il cadavere viene ridotto in compost che, riconsegnato alla famiglia, può essere usato come ottimo terriccio per far crescere fiori e alberi.
Per coloro che intendono saperne di più basta cliccare sul seguente link (Testo legge Washington EN)