Il ministro per l’ambiente e l’energia della Grecia Giorgos Stathakis ha assunto un provvedimento, due settimane or sono, che permette la costruzione del primo impianto di cremazione della Grecia, ad Atene.
La decisione consentirà alla Grecia di onorare il suo impegno per il mantenimento dei "diritti fondamentali dei cittadini", ha detto il sindaco di Atene Giorgos Kaminis, un ex difensore civico.
Le cremazioni sono state legalizzate in Grecia nel 2006, ma nonostante numerosi annunci da allora, il paese non dispone ancora di strutture dove possano essere svolte.
Il provvedimento ministeriale greco consente la costruzione di un crematorio in un terreno di proprietà della città di Atene, nella zona detta Elaionas, insieme a un parco che circonda la struttura.
Già si affaccia la possibilità che anche in altre città si realizzino crematori. I rumors dicono che le prime saranno le città portuali di Salonicco e Patrasso, rispettivamente a nord e ad ovest, anche se ci vorranno ancora anni per vederli in funzione.
A causa dell’opposizione della chiesa ortodossa la cremazione dei cadaveri in Grecia è stata vietata fino al 2006, ma da allora nessuna città è riuscita a costruire un crematorio, forse anche complice la grave crisi economico finanziaria.
La crescita della popolazione urbana della seconda metà del Novecento ha prodotto una forte carenza di spazio nei cimiteri delle principali città greche, dove in genere un corpo resta sepolto in terra per 3 anni e poi viene esumato e trasferito in un ossario, per liberare spazio e permettere altre sepolture.
In Grecia ora, chi vuole far ricorso alla cremazione deve portare il cadavere in un crematorio estero, in genere in Bulgaria.
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