La FENIOF si è resa promotrice di un chiarimento ministeriale sulla revisione annuale, necessaria o meno, dei carri funebri.
In taluni casi, durante controlli su strada dei carri funebri sono stati più volte posti sotto sequestro i mezzi e con l’applicazione di una sanzione amministrativa al proprietario, per una interpretazione della polizia stradale.
Ai conducenti dei veicoli veniva contestata la mancata revisione annuale come devono farla i taxi, le ambulanze e i mezzi con massa superiore a 3,5 tonnellate.
Il problema nasce dal fatto che i mezzi impiegati per il servizio funebre sono omologati ad uso speciale e questo ha creato la breccia in cui si è insinuato l’errore di archiviazione alla Motorizzazione Civile.
L’errore deriverebbe da un’errata classificazione del Centro Elaborazione Dati della Motorizzazione Civile che collocava i carri funebri oltre le 3,5 tonnellate, anche se in realtà erano omologati sotto la soglia di massa.
E a quel punto si sarebbe dovuto applicare l’articolo 79 del Codice della strada, con revisione periodica ogni anno.
Riconosciuto l’errore, il Ministero dei Trasporti ha precisato che i carri funebri con massa inferiore a 3,5 tonnellate, invece vanno revisionati ogni due anni (decorsi i primi 4).
La nota ministeriale di prot. U.0002966 spiega che "con mirati interventi informatici si è riuscito a rendere conforme la scadenza a quanto previsto per i veicoli M1 ed N1, ovvero quattro anni dalla prima immatricolazione e due successivamente".
Per i mezzi già revisionati invece si potrà procedere alla rettifica delle prossime revisioni "gli utenti dovranno recarsi presso gli UMC di competenza per richiedere le opportune procedure di rettifica che saranno operate in accordo con il CED, senza oneri per l’utenza".