Il consiglio regionale della Lombardia, in data 19 febbraio 2019, ha approvato con modifiche il PDL n. 36 con molti emendamenti rispetto al testo approvato in commissione e approdato in aula.
Hanno votato a favore Lega e Forza Italia. Astenuta +Europa. Contro PD e M5S.
Il provvedimento entra in vigore il giorno successivo a quello di pubblicazione sul BUR.
Da quella data decorreranno 180 giorni entro i quali la regione dovrà approvare, sentito ANCI e le associazioni di settore, il regolamento attuativo.
La numerosità di emendamenti approvati in aula, ma anche la stesura non proprio felice e la farraginosità di talune parti della norma non ne renderà semplice la applicazione.
Ampio il dibattito sulla natura e i requisiti del centro servizi e sulle caratteristiche che deve possedere. Su questo tema era stata presentata in apertura del dibattito una eccezione di costituzionalità da parte del M5S, che è stata bocciata per soli 4 voti e che potrebbe creare sorprese, per eventuali impugnative da parte di qualche soggetto interessato, come anche qualche altra parte della legge, che potrebbe presentare per taluni alcuni profili di illegittimità.
Sui media la norma lombarda sta passando come quella che ha sdoganato la sepoltura degli animali da compagnia nella tomba del padrone o per volere degli eredi, o anche per le battaglie di bandiera rivendicate da questa o quella forza politica:
– Lega: sulle concessioni cimiteriali che non potrebbero essere date a soggetti che intendano usarle come sepoltura confessionale;
– PD e + Europa: per la eliminazione dell’obbligo di sepoltura di tutti i prodotti abortivi, affidata come scelta ora alla madre;
– + Europa: per una innovativa norma sulla donazione delle parti anatomiche riconoscibili a fini di studio.
Per il mondo funebre, cimiteriale e della cremazione, lombardo è invece un cambiamento significativo, dove prendono sempre più corpo le modalità di gestione dei funerali attraverso case funerarie e centri di servizio.
E’ inoltre, dichiaratamente da parte della relatrice, consigliera Tironi (FI), una normativa che potrebbe diventare di riferimento per l’intero Paese.
Non mancherà l’occasione, una volta pubblicato il testo, per una analisi approfondita delel ripercussioni per il sistema funerario lombardo.
“Finalmente -ha detto il Presidente della Commissione III Emanuele Monti (Lega)- affrontiamo una riforma attesa da anni e in particolare da tutti gli operatori del settore che abbiamo voluto ascoltare nel corso di specifiche audizioni in Commissione. Il nostro obiettivo è di tutelare chi opera nel rispetto delle regole e garantisce la qualità dei servizi”.
La Relatrice del provvedimento, Simona Tironi (Forza Italia), ha spiegato come il primo obiettivo è quello di aggiornare l’impianto normativo allineandolo ai nuovi modelli organizzativi che hanno visto subentrare le Ats alle Asl e le ASST alle aziende ospedaliere.
In particolare si stabilisce che le attività di polizia mortuaria restino in capo alle Ats, mentre le competenze di medicina legale e necroscopica siano attribuite alle ASST.
“Questa legge deve fare da apripista in tutta Italia, mettendo ordine a una materia complessa –ha sottolineato Simona Tironi. Tra le innovazioni più significative che intendiamo mettere in campo c’è l’introduzione dei centri servizi, che devono agire come imprese funebri: questo permetterà anche alle piccole imprese (che ci preme tutelare, attraverso regole chiare e precise) di poter operare senza accollarsi costi eccessivi di personale e attrezzature per avere i requisiti necessari.
Un’altra iniziativa importante –aggiunge la relatrice Tironi- sarà la creazione di una piattaforma informatica, capace di semplificare le procedure e fungere da vero e proprio database per la raccolta dati.
Lo scopo è far sì che non si presentino mai più episodi vergognosi come quello avvenuto a Bologna, dove le autorità hanno riscontrato un vero e proprio “racket” delle pompe funebri”.
Il provvedimento prevede che l’autorizzazione comunale all’esercizio dell’attività funebre venga sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).
Il provvedimento specifica pure le caratteristiche della “casa funeraria”, i requisiti minimali per essere impresa funebre e centro di servizi.