“L’Asl di Torino e la To4 hanno già avviato il prelievo ematico dai defunti e l’archiviazione dei campioni per eventuali indagini della magistratura e per altri scopi. Presto tale pratica, prevista dalla legge, sarà estesa a tutte le Asl piemontesi. Non è previsto alcun costo per i cittadini”.
Così ha risposto l’assessora Giovanna Pentenero per conto dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta all’interrogazione di Andrea Tronzano (Fi) che chiedeva:
“Quale sarà la durata della sperimentazione e l’entità della tariffa di applicazione sul prelievo di sangue del defunto prima della cremazione? E quale forma di comunicazione è stata predisposta verso i cittadini per spiegarne le finalità”. “La normativa (art. 3 della L. 130/2001) – ha chiarito l’assessora – prevede l’obbligo per il medico necroscopo, in caso di cremazione, di raccogliere da cadavere, conservandolo per un periodo minimo di dieci anni, campioni di liquidi biologici e annessi cutanei per eventuali indagini, individuando un sistema di raccolta e conservazione dei campioni finalizzata ai parametri di sostenibilità della procedura. Nella fase sperimentale, si è stabilito di attivare le procedure presso le Asl Città di Torino e To4, conclusa la quale ogni azienda dovrà uniformarsi non prevedendo alcuna tariffa specifica. A sperimentazione conclusa sarà fornita ampia comunicazione ai cittadini attraverso i Comuni e sui siti di Regione e Asl”.
Tutte le informazioni vengono raccolte nel programma regionale Pabi.
Il sistema assegna, per ogni campione e per ogni Asl, un numero di archivio automatico ed è possibile specificare altre informazioni, come la data di prelievo, il nominativo del sanitario e il luogo di conservazione.