Con la sentenza della Corte Ue nella causa C-342/17 tra Memoria Srl e una vedova e il Comune di Padova, si ha una innovazione sensibile per chi sceglie la cremazione in Italia.
Difatti oltre la conservazione in cimitero e la dispersione ceneri, ora l’affidamento familiare dell’urna si arricchisce della possibilità di effettuarlo nella abitazione dell’affidatario o anche in altro luogo di sua scelta, anche gestito da privati.
La Corte di giustizia UE dichiara non compatibile con il principio di libertà di stabilimento, di cui all’art. 49 TFUE, una normativa nazionale che proibisce ogni attività esercitata con finalità lucrative avente ad oggetto la conservazione di urne cinerarie, vietando, in particolare, di demandarne a terzi la conservazione.
La Corte di giustizia europea ha infatti stabilito che la normativa italiana (nella fattispecie il regolamento di polizia mortuaria del Comune di Padova) che vieta alle imprese private di esercitare un’attività di conservazione di urne cinerarie affidate a familiari è contraria al diritto dell’Unione.
Il testo della sentenza è reperibile anche nell’area Sentenze del sito www.funerali.org