Le congreghe casertane hanno presentato un ricorso in appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Campania del 10 settembre 2018, concernente la copertura dei costi cimiteriali applicata dal Comune di Caserta sui posti salma nelle cappelle delle congreghe.
Il Comune di Caserta, con delibera di G.M. n.71/2014, approvò tariffe cimiteriali e consequenziali solleciti di pagamento notificati ad alcune Congreghe con le quali l’Ente aveva fissato le tariffe cimiteriali commisurandole “al costo dei servizi” e chiedendo il versamento di 8 euro per ciascuno dei loculi gestiti dalle ricorrenti, di importo maggiore rispetto alla situazione precedente.
Le Congreghe fanno ricorso dicendo, tra l’altro, che la richiesta economica è in realtà una duplicazione della TASI.
Questo perché nell’aprile 2014 il Consiglio Comunale, approvando le nuove tariffe, specificava, che la TASI si riferiva a tutti i servizi indivisibili prestati dal Comune che sarebbero stati coperti dallo stesso tributo (e tra questi anche i Servizi cimiteriali).
Nella sentenza 05436, pubblicata il 10 settembre 2018, il TAR Campania ha deciso che l’Amministrazione Comunale di Caserta “non ha affatto introdotto un nuovo tributo comunale, ma ha soltanto previsto l’applicazione di tariffe con funzione di corrispettivo per l’uso dello spazio cimiteriale da parte dei singoli utenti”.
Le congreghe non ci stanno e quindi in questi giorni presentano ricorso in appello al Consiglio di Stato.
La questione è di estremo interesse per l’intero settore cimiteriale, per gli effetti che può determinare, concernenti nuove possibili entrate a copertura dei costi cimiteriali ormai insostenibili in quasi tutti i Comuni italiani.