La SEFIT ha diramato recentemente una circolare a rettifica della precedente (la pn 1160 del 25/07/2018) per informare che a seguito della diffusione dei dati di cremazione 2017 è stato segnalato da un associato un errato inserimento di dato concernente le cremazioni in due impianti del Nord.
Erroneamente, delle cremazioni di resti mortali sono state indicate come cremazioni di cadaveri, aumentando significativamente le cremazioni di cadaveri della zona e anche il totale annuo regionale e italiano.
E riducendo quelle di resti mortali.
Con la nuova circolare viene corretto l’errore.
Inoltre SEFIT, aderendo a richieste che pervengono da studiosi e da operatori del settore, come novità di quest’anno, ha inserito come Allegato 4 alla circolare di rettifica, anche una tabella riepilogativa dello sviluppo della cremazione di cadaveri nel nostro Paese, a partire dall’anno 1995 e fino al 2017.
Per effetto della rettifica, le cremazioni di cadaveri in Italia nel 2017 sono cresciute del 9,6% rispetto all’anno precedente, con un aumento corrispondente a 13.599 unità.
Nel 2017 si sono registrate a consuntivo 155.155 cremazioni di feretri, contro 141.556 del 2016.
Il forte aumento numerico di cremazioni è dovuto non solo al mutamento nelle scelte della popolazione, ma anche alla eccezionalità della crescita di mortalità nel 2017.
L’ISTAT, difatti, ha recentemente diffuso i dati sulla mortalità e popolazione 2017, anno in cui si sono registrati 649.061 decessi.
Quindi l’incidenza della cremazione (per difetto, mancando i dati di 5 crematori) sul totale delle sepolture, per l’anno 2017, è del 23,9%, con un discreto incremento in termini percentuali (+0,9 %, rispetto al dato 2016 che era del 23,0%).