Veniamo a conoscenza che nelle scorse settimane SEFIT Utilitalia ha diffuso un comunicato di chiarimento circa le modalità di diffusione dei dati statistici riguardanti la cremazione in Italia.
Il chiarimento segue una richiesta di specificazione di come mai nelle tabelle manchino i riferimenti a tre regioni (Abruzzo, Molise, Basilicata) e una quarta (Calabria) è invece citata con cremazioni nulle.
Poiché questi chiarimenti della SEFIT risultano di interesse per tutti coloro che utilizzano i dati da questa prodotti, riteniamo utile dare notizia integrale della nota di chiarimento seguente:
Il rilevamento sull’andamento delle cremazioni in Italia elaborato dalla SEFIT UTILITALIA si basa sulle notizie pervenute dai crematori in attività, esclusi quelli – citati nella nostra circolare – che per diversi motivi non hanno fornito informazioni (per lo più situati al Sud Italia).
Difatti solo in questa maniera (attingendo i dati dalla settantina di crematori operanti) è gestibile da parte della nostra associazione un rilevamento del genere, impensabile se svolto a livello di singolo comune.
Pertanto, senz’altro qualche cremazione sarà avvenuta anche per deceduti di Molise, Abruzzo, Basilicata, ma queste si sono svolte in un crematorio sito in altra regione e quindi conteggiate per regione di effettuazione della cremazione.
Aggiungiamo che in certe zone d’Italia, prossime ai confini, possono esservi cremazioni in territorio estero per diversi motivi, non conteggiate (ad es. nel comasco o nel savonese).
E il fatto che Abruzzo, Molise e Basilicata siano assenti nella elencazione è perché in queste tre regioni oggi non c’è alcun crematorio in attività, a nostra conoscenza.
Invece in Calabria vi è il crematorio di Carpanzano (CS), che però non ha fornito quest’anno dati.
La tabella essendo predisposta per raccogliere dati da crematori in attività riporta la Calabria e non le altre 3 regioni.
Inoltre, fermi impianto per manutenzione di uno o più crematori possono localmente determinare variazioni statistiche per spostamenti di esecuzione della cremazione in impianti viciniori di altre regioni.
Si tratta quindi di valori di cremazione che approssimano la realtà (ad es. in Campania la mancanza di dati di due impianti su 3, che producono una notevole quantità di cremazioni, non solo determinano una sottostima della realtà campana, ma anche del livello di cremazioni dell’intero Paese).
Cogliamo l’occasione per specificare che i dati diffusi si riferiscono alle sole cremazioni di cadaveri (in occasione del decesso) e non di resti mortali, che sono aggiuntive ( e valgono in media il 20% delle cremazioni di cadavere).