È stato sequestrato dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico l’impianto di cremazione di Montecorvino Pugliano, in Campania.
Il provvedimento è scattato all’inizio della scorsa settimana per verificare l’eventuale esistenza di fumi inquinanti e il corretto smaltimento dei rifiuti.
Gli inquirenti pare intendano accertare anche in che modo vengono trattate le ceneri dei defunti in uno dei crematori di riferimento per il Sud Italia.
Un anno fa era stato il sindaco di Montecorvino Pugliano, alcuni mesi dopo l’insediamento a palazzo di città, a chiedere agli organi preposti la verifica di tutte le procedure tese a tutelare il rischio di inquinamento ambientale e le modalità di esecuzione del processo di cremazione:
nella lettera, che il sindaco inviò ad Asl, Arpac, Prefettura, Procura e Noe, si specificava l’intensa attività di incinerazione e la preoccupazione di molti residenti allarmati dalle «cospicue emissioni di fumi densi e nerastri».
Nel crematorio di Montecorvino Pugliano, come stimato dal Comune, ci sarebbe un flusso di diverse migliaia di salme ogni anno, essendo l’impianto tra i pochi presenti nel sud Italia.
Con lo stop di questo impianto vi saranno forti ripercussioni nelle cremazioni in tutto il Meridione.