Nel corso di DEVOTIO, una fiera del settore religioso svoltasi ai primi di ottobre 2017 a Bologna, la segretaria della So.Crem di Bologna, Alice Spiga, ha posto a Don Amilcare Zuffi, direttore Ufficio Liturgico Diocesano di Bologna e Segretario della Commissione Regionale Emilia Romagna per la Liturgia, relatore ad un convegno in materia di "Tradizione della sepoltura e pratica della cremazione: l’attuale normativa canonica", la domanda se la Chiesa era contraria alla sola dispersione delle ceneri in natura o anche nell’apposita area interna al cimitero denominata giardino delle rimembranze.
La risposta, basata sulla lettura del punto 7 delle Istruzioni ecclesiastiche in materia, è stata negativa.
La contrarietà è all’atto in se di dispersione delle ceneri e non in funzione del luogo prescelto.
Di seguito si riporta l’estratto della parte di Istruzioni ecclesiastiche citata da Don Amilcare Zuffi:
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Istruzione Ad resurgendum cum Christo circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione
… omissis …
7. Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione.
Sempre nello stesso incontro, a specifica ulteriore domanda, è stato chiarito che laddove sia stato permesso dalla Chiesa (in rari casi, sempre previsti dalla citata Istruzione al punto 6) l’affidamento con custodia in casa dell’urna cineraria, alla morte dell’affidatario l’urna – per la Chiesa – deve rientrare in cimitero o altro luogo sacro. Ed ecco di seguito il contenuto del punto 6:
6. Per i motivi sopra elencati, la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita. Soltanto in caso di circostanze gravi ed eccezionali, dipendenti da condizioni culturali di carattere locale, l’Ordinario, in accordo con la Conferenza Episcopale o il Sinodo dei Vescovi delle Chiese Orientali, può concedere il permesso per la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica. Le ceneri, tuttavia, non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione.
Il convegno ha permesso di analizzare alcuni esempi di trasformazione di chiese tedesche abbandonate o scarsamente utilizzate, in luoghi di conservazione di urne cinerarie e, in taluni casi, di esposizione del feretro, vere e proprie sale del commiato religiose, recuperando così storiche tradizioni.
L’esposizione su "Sepoltura delle ceneri e liturgia battesimale nelle chiese cimiteriali della Germania" è stata svolta dall’arch. Claudia Manenti, direttrice Centro studi per l’architettura sacra – Fondazione Lercaro.
E, anche in questo caso, a specifica domanda, Don Amilcare Zuffi ha specificato che in Italia allo stato attuale non sussitono specifiche Istruzioni della Conferenza Episcopale Italiana circa l’uso di Chiese, abbandonate o scarsamente utilizzate, come ambiti cimiteriali per conservazione di urne cinerarie e che sussistono norme regionali e statali in materia.