Il Giappone è un Paese con alto indice di vecchiaia, e quindi è di interesse valutare cosa sta succedendo (pur con le dovute differenze culturali e religiose) per capire tendenze che potrebbero influire altri Paesi.
Ad es. esistono in Giappone “alberghi per cadaveri”, le case funerarie italiane, che oltre a garantire la ritualità dell’addio svolgono proprio la funzione di luogo di deposito temporaneo di cadaveri in attesa della cremazione, visto che in Giappone (ma non solo li) si fa la coda anche per essere cremati.
La domanda di servizio non è tanto legata alla ritualità, quanto dal rispondere al forte aumento di mortalità per vecchiaia.
Ogni anno, recentemente, in Giappone muoiono 20 mila persone in più rispetto all’anno precedente, e la potenzialità dei crematori è limitata.
Le ceneri delle persone vengono immagazzinate in “templi della morte” psichedelici.
L’invecchiamento della popolazione giapponese e il costoso mercato delle cure di fine vita rendono le sepolture tradizionali costose e impersonali.
Ne è scaturita qualche novità anche nel modo per onorare i morti.
Le famiglie stanno conservando le ceneri dei loro parenti in piccole statue, che si trovano in casse di vetro protette all’interno di templi designati.
Le ceneri rimangono nelle statue per alcuni decenni, finché il personale li deposita sotto l’edificio per fare spazio ai resti della prossima persona.