[Fun.News 3182] Cimiteri privati per urne cinerarie: contro la legge, e contro i valori fondativi della convivenza civile

Di recente sono intervenuti alcuni fatti che possono mettere in discussione la stessa natura del cimitero. Si tratta:
a)    della L.R. Friuli Venezia Giulia, che consente – tra l’altro – la realizzazione di cimiteri privati di sole urne cinerarie;
b)    dell’Ordinanza del TAR Veneto del 31/5/2017 circa la possibilità o meno di impedire con norma regolamentare comunale la realizzazione di luoghi privati di custodia di urne cinerarie affidate a familiari, con interessamento della Corte di Giustizia Europea.
Il testo della L.R. Friuli Venezia Giulia 22/2017 è rinvenibile cliccando LR22/2017 e a breve anche nell’Area Norme regionali del sito www.funerali.org.

L’ordinanza del TAR Veneto concernente il regolamento di polizia mortuaria comunale di Padova è possibile scaricarla nell’Area Sentenze del sito www.funerali.org.
In merito riportiamo il testo della dichiarazione effettuata dal Responsabile SEFIT Utilitalia, Dr. Pietro Barrera:

CIMITERI PRIVATI PER URNE CINERARIE: CONTRO LA LEGGE, E CONTRO I VALORI FONDATIVI DELLA CONVIVENZA CIVILE

Una recente legge della regione Friuli Venezia Giulia apre la porta a cimiteri privati, sia pure per la sola custodia di urne cinerarie.   Intanto il TAR del Veneto ha rimesso alla Corte di giustizia dell’Unione europea la questione della legittimità del divieto opposto dal Comune di Padova alla realizzazione di un cimitero privato, anche in questo caso destinato ad ospitare urne cinerarie.  
Iniziative analoghe ci sono state in altre città, ma si sono scontrate con la chiarezza della legge dello Stato, che consente di custodire le ceneri dei defunti solo nei "normali" cimiteri comunali, salvo i casi in cui i familiari chiedano di conservarle personalmente nella propria casa, o preferiscano disperderle nella natura.
Questo dice la legge, e ci auguriamo che lo Stato – che ha competenza legislativa esclusiva in materia – lo ricordi formalmente anche alla Regione Friuli Venezia Giulia, impugnandone la legge dinanzi alla Corte costituzionale.
Ma c’è anche e soprattutto una questione di fondo: i cimiteri pubblici, da oltre 200 anni in tutti i paesi europei, sono il luogo della "memoria condivisa" delle comunità locali, dove riposano insieme, nel rispetto reciproco, defunti di diversa religione, diverse convinzioni filosofiche, diversa estrazione sociale o culturale.  
Se la diffusione della pratica della cremazione ha ridotto o superato le preoccupazioni igienico-sanitarie, non ha superato affatto quella scelta di valore.  
Cosa accadrebbe se, con la diffusione dei cimiteri privati, ogni gruppo sociale decidesse di separarsi dagli altri?  
Il cimitero dei "miei amici" (dei miei simili) contrapposto ai cimiteri degli "altri"?  
E magari il "cimitero pubblico" come spazio residuale per i poveri e gli emarginati …  
Avremmo una società più divisa e più fragile, che rinuncia alla propria memoria e alla propria identità per ridursi ad un aggregato di tribù.  
Prospettiva triste e pericolosa, nel momento in cui l’Italia e l’Europa hanno l’urgenza di ritrovare ragioni di unità, di civile convivenza e di integrazione tra diversi.

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