[Fun.News 3105] Che succede se per un tempo limitato si ha un’anomalia ad un crematorio

L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia (Arpa) ha inviato al sindaco di Cervignano del Friuli (UD) il report conclusivo dell’indagine effettuata per valutare le ricadute di diossine nei pressi dell’impianto di cremazione di Muscoli.
L’indagine, effettuata a seguito del malfunzionamento dell’impianto riscontrato a fine giugno 2016, ha evidenziato che la sommatoria delle concentrazioni di diossine e di furani nei suoli è nettamente al di sotto del valore limite stabilito dalle norme per le aree a verde pubblico privato e residenziale.
Anche i valori misurati di Pcb sono al di sotto del limite di rilevabilità della metodica adottata (‘medium boundì’).

L’indagine si è resa necessaria in seguito alla denuncia di superamento dei valori limite di emissione delle diossine riscontrate a fine giugno 2016 presso l’impianto di cremazione di Muscoli.
Nel corso dei primi accertamenti effettuati da Arpa a inizio luglio era stato accertato che l’inconveniente era stato provocato da una anomalia elettronica che aveva causato un malfunzionamento della coclea di dosaggio del reagente utilizzato per abbattere i microinquinanti presenti nei fumi.
Il problema era stato risolto tempestivamente e i tecnici di Arpa avevano impartito al gestore dell’impianto di cremazione adeguate indicazioni sulle misure per monitorare il dosaggio giornaliero del reagente onde prevenire il ripetersi di tale anomalia.
L’Agenzia regionale per l’ambiente aveva, inoltre, stabilito di effettuare un ulteriore studio per verificare l’entità della ricaduta al suolo delle emissioni dell’impianto di incenerimento.
Lo studio, ora concluso, è stato realizzato prelevando dei campioni di suolo in tre distinte aree a verde dislocate nei pressi dell’impianto di cremazione (in prossimità dell’impianto di cremazione, in prossimità del campo sportivo di Muscoli, nella piazza di Strassoldo).
I punti in cui effettuare i prelievi di suolo sono stati scelti sulla base di uno studio del Centro di modellistica ambientale di Arpa, che ha consentito di individuare le zone di probabile maggior ricaduta degli inquinanti aerodispersi.
I risultati ottenuti confermano che, nonostante il superamento del limite di emissione di fine giugno 2016, la dispersione di diossine e Pcb è stata molto contenuta, sia per la bassa portata oraria e per la bassa concentrazione di diossine e Pcb al camino dell’impianto crematorio, sia per il breve tempo in cui l’impianto ha presentato delle emissioni fuori controllo.

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