Il tradizionale appuntamento annuale di approfondimento di temi concernenti il settore funebre e cimiteriale organizzato da Utilitalia SEFIT si è tenuto a Caserta l’intera giornata di VENERDÌ 7 OTTOBRE 2016, presso la locale Camera di Commercio.
E’ stata la prima uscita in grande stile per il nuovo responsabile della Sefit, Pietro Barrera.
E il risultato è stato ottimo per i contenuti; appena discreto per la partecipazione: circa 50 persone, per lo più provenienti dal Nord e dal Centro Italia. Peccato, gli assenti hanno perso qualche cosa di notevole livello.
E per chi non se l’è sentita di fare il viaggio o solo è curioso di leggere quel che si è detto ecco che SEFIT mette a disposizione le relazioni pervenute del convegno.
Basta cliccare su SEFITDIECI 2016.
Il tema, particolarmente intrigante, riguardava "Memoria e ritualità – Qualità e innovazione nei servizi funerari".
E non si sono certo risparmiati sia lo stesso Barrera, con una applaudita quanto profonda relazione introduttiva, seguito da una dotta introduzione di Gabriele Righi e da un Antonio Dieni in gran forma, sull’Italia a due facce per quanto riguarda la realtà cimiteriale.
Sempre ricco di dati e riflessioni l’intervento di Daniele Fogli sulla cremazione in Italia, cui ha fatto seguito quello di Maurizio Campagnani sull’esperienza dell’impresa funebre pubblica.
E poi l’atteso intervento della Sen.ce Pina Maturani, relatrice dei tre disegni di legge unificati di riforma del settore funerario, in discussione in questi giorni in Commissione XII al Senato.
Quaranta minuti in cui si è manifestata la disponibilità ad emendamenti che non mettano in discussione i principi cardine della riforma e, in particolare, la necessità di trasparenza e legalità necessaria per il settore funebre. C’è tempo, ha annunciato la Maturani, per presentare emendamenti fino al 27 ottobre 2016. Gli ha fatto eco Barrera, chiedendo maggiore attenzione per il settore cimiteriale, alle prese conrilevanti problemi di finanziamento dei costi di gestione.
Sempre sul cambio delle regole è poi stato il turno di Giulia Chieffo (Responsabile ufficio guridico di Utilitalia) che ha illustrato il recente decreto sulle partecipate pubbliche e anticipato i contenuti di quello sui servizi pubblici locali, che è ormai ad un tiro di schioppo.
In ritardo sul programma dei lavori, si è passati al ricco buffet, per poi riprendere il convegno con la approfondita relazione di Carmelo Passalacqua, che ha illustrato ai presenti i principali contenuti della recente normativa sulle unioni civili e i riflessi di questa per il settore funebre e cimiteriale.
E’ poi stata la volta di Stefano Lucci, che ha aperto il terzo blocco di interventi, sulla memoria e ritualità. Particolarmente emozionante l’intervento di Mauro Felicori, ora Direttore della Reggia di Caserta (si deve a lui l’invito a svolgere in questa città SEFITDIECI), ma per 7-8 anni Presidente dell’ASCE.
Chiaro e preciso Francesco Tapinassi, dirigente del settore Turismo del MIBACT, che ha illustrato il protocollo che il Ministero e Sefit andavano a sottoscrivere l’indomani.
E poi è stata la volta di Michele Gaeta, che ha chiarito cosa si attende Sefit dalla valorizzazione dei cimiteri monumentali, non solo in termini di turismo.
Ha infine concluso i lavori, con un intervento non certo rituale, il Vice Presidente di Utilitalia, Mauro D’Ascenzi.
Giornata ricca di contenuti e di spunti per tutti i partecipanti. Questo il giudizio unanime riscontrato.
Il tempo di una veloce corsa in hotel, seguita da una pizza in compagnia (splendide le mozzarelle di bufala per ingannare l’attesa della pizza).
E poi il mattino dopo tutti alla Reggia di Caserta, dove prima della splendida visita guidata a quella meraviglia, si è firmato, presente il Sottosegretario al Mibact On.le Antimo Cesaro, uno storico protocollo per la valorizzazione anche ministeriale dei cimiteri monumentali italiani.
Una cerimonia che ha emozionato più di uno dei presenti, dopo anni e anni di lavoro per poter ottenere questo risultato.
Poi, tutti a casa, con ore e ore di treno che attendevano i partecipanti (i più lontani arrivavano da Trento e Bolzano).