Nella città di Kawasaki, in Giappone, in un edificio apparentemente normalissimo si trova un cosiddetto “albergo dei morti”.
Vi si ospitano temporaneamente molti cadaveri in attesa che si liberi un posto in uno dei forni crematori del paese.
Le salme nell’attesa vengono sistemate nelle proprie bare in normali stanze con aria condizionata.
Secondo il proprietario del laboratorio, Hisao Takegishi , “I crematori devono essere costruiti, ma non c’è spazio per farlo", e per questo nel 2014 ha aperto quest’attività, in cui per circa 70 euro al giorno, i familiari di un defunto possono mantenere il loro caro in una delle dieci camere dell’”albergo” per un massimo di quattro giorni in attesa che un forno crematorio si liberi.
I residenti di Kawasaki che vivono nei paraggi dell’”albergo” hanno espresso il loro disappunto e nel quartiere è possibile vedere cartelli e bandiere che dichiarano il fastidio dei vicini per la presenza della camera mortuaria non ufficiale.
Ma la questione è ancor più ampia, perché vi è malumore da parte dei locali impresari funebri che hanno investito fiori di Yen per costruire case funerarie e che ora hanno una concorrenza dal basso a prezzi formidabili. Inotre diverse sono le voci di coloro che temono ripercussioni igienico sanitarie. E si sussurra che le Autorità giapponesi stiano pensando di vietare questi alberghi dei morti, che l’immaginario collettivo ha già definito come funeral home dei poveri.