A Verbania, oltre che per il referendum nazionale sulle concessioni per gli impianti di estrazione in mare, si votava il referendum sul forno crematorio. Anche questo non ha raggiunto il quorum necessario. A votarlo erano chiamati 24.200 ed il quorum era di 8.653 voti. Hanno votato in 7.959. Rimane quindi valida la delibera del Consiglio comunale del settembre 2015 che ha dato il via al progetto di esternalizzazione del servizio di cremazione.
Arrivano i primi commenti post referendum, dopo il mancato raggiungimento del quorum di 8636 votanti per rendere valida la consultazione comunale che chiedeva un sì o un no all’esternalizzazione del servizio di cremazione cimiteriale.
Afferma il Comitato promotore in una nota stampa:
”Siamo partiti che eravamo 11 uomini e 4 consiglieri, in due mesi abbiamo raggiunto 1037 cittadini e cittadine, con il voto di ieri siamo arrivati a 7965. Il quorum non l’abbiamo raggiunto, questo è un dato di fatto, probabilmente abbiamo sopravvalutato i nostri sforzi, sicuramente possiamo affermare che il problema sia sentito in Città, vista la manciata di voti che ci sarebbero serviti affinché il voto avesse validità. Non possiamo che ringraziare tutte le persone che in una uggiosa Domenica hanno deciso di esercitare il loro diritto di voto, in particolar modo gli oltre 6000 Sì, che non avranno un valore amministrativo ma sicuramente hanno una forte valenza politica”.
Silvia Marchionini, Sindaco di Verbania, ha commentato: “Il mancato raggiungimento del quorum nel referendum cittadino sull’esternalizzazione del forno crematorio, con una partecipazione del 30% dei cittadini spinta inevitabilmente dal referendum nazionale, permetterà di lavorare responsabilmente per il progetto che abbiamo presentato e votato in consiglio comunale nel 2015. Ovvero dotare la città di un nuovo forno crematorio moderno ed efficiente, a differenza dell’attuale ormai obsoleto, e che abbia una struttura moderna, accogliente e con una dignitosa e necessaria sala del commiato; lo faremo esternalizzando il servizio per non gravare sulle capacità di investimento ormai ristrette della nostra città, perché pensiamo che sia più sensato impegnare le risorse del Comune soprattutto su altri servizi più più essenziali (cultura, turismo, scuole, opere pubbliche). Lo faremo in maniera ambientalmente compatibile, perché è dimostrato che un forno crematorio ha un limite di emissioni notevolmente inferiori a quelle di comuni attività domestiche, operando quindi in condizioni di sicurezza ambientale che un forno crematorio nuovo, ovviamente, garantirà ancor di più. Lo faremo negli interessi di tutti i cittadini della città”.