[Fun.News 2981] 2015: cresce la mortalità e la percentuale di cremazioni

La mortalità 2015 si stima abbia avuto un aumento eccezionale (e non ripetibile nel 2016) dell’ordine del 10% rispetto al 2014, frutto sia delle morti connesse al periodo invernale in cui le malattie stagionali hanno colpito fasce significative di popolazione e poi, anche nel periodo estivo, dove il lungo periodo di caldo ha inciso sulla mortalità soprattutto di persone anziane e residenti in aree densamente popolate delle grandi città. Ma anche del relativo basso quantitativo di defunti del 2014.
Con l’aumento della mortalità si stima un aumento significativo numerico pure della cremazione di cadaveri (al momento del funerale), che ormai si potrebbe avvicinare a valori tra le 125.000 e le 130.000 unità nel 2015.
I dati definitivi li avremo proabilmnete a luglio, quando saranno diffusi dalal Sefit, che annualmente li raccoglie dai crematori.
Ormai in molte città di medio/grandi dimensioni del Nord Italia la cremazione ha raggiunto e superato il 40% delle sepolture, con punte oltre il 60%-70% in alcune zone della Lombardia e dell’Alto Adige.
Il fenomeno è avvertibile, con percentuali minori, in città del Centro, specie se sedi impianto di cremazione e soprattutto laddove si hanno grandi dimensioni urbane o carenze di offerta di sepolture tradizionali in loculo per feretro.
Con il parallelo perdurare della profonda crisi economica in cui si trova il Paese, sta crescendo la cremazione, ma anche i mancati seppellimenti nei cimiteri.
Questo per effetto di una crescita degli affidi di urne cinerarie e, in misura inferiore ma sensibile, di dispersioni ceneri.
Si stima che in medio/grandi città l’incidenza della somma di affidamento ceneri e dispersione ceneri al momento del funerale si collochi tra il 10% e il 20% delle cremazioni, con un ambito di variabilità tra zona e zona.

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