“In materia di servizi cimiteriali, comuni e Anci sottolineano da un lato la necessità di salvaguardare l’autonomia di scelta del modello gestionale, anche in forma associata attraverso le unioni; dall’altro, l’esigenza di evitare di istituire nuove autorità di ambito, per evitare confusione”.
E’ questo uno dei passaggi chiave dell’audizione che il sindaco di Catania e presidente del Consiglio Nazionale Anci, Enzo Bianco, ha svolto la mattina del 24/2/2016 presso la Commissione Igiene Sanità del Senato.
Anci è stata chiamata ad esprimersi sul disegno di legge 1611 in materia di riordino della disciplina delle attività funerarie:
“l’Associazione ritiene che il provvedimento – ha sottolineato Bianco ai commissari – costituisca una buona base per l’auspicata disciplina del settore funerario, e confermi la possibilità dei Comuni di scegliere di intervenire anche nei servizi funebri, nel quadro che scaturirà dal nuovo decreto legislativo sui servizi pubblici locali”.
Il sindaco di Catania ha posto l’accento sulla salvaguardia dei cimiteri dei piccoli comuni di montagna e isolani, assieme – per altro verso – a quelli monumentali “che sono un patrimonio storico, artistico e culturale del Paese”Quindi si è soffermato su due aspetti del ddl che toccano anche l’attività delle amministrazioni comunali: i servizi di cremazione e la regolamentazione efficace del trasporto e delle onoranze funebri, “un’area nella quale gli enti locali, sulla base di quanto previsto dall’Anac, possono dare un grosso impulso alla legalità e all’emersione del lavoro nero anche grazie ai loro piani anticorruzione”.
Sulla cremazione Bianco ha evidenziato come esistano condizioni assai diverse nel Paese tra Nord, Centro e Mezzogiorno: “oltre ai quadri normativi regionali, che andrebbero allineati, pensiamo necessario incentivare la costruzione di impianti, anche grazie a meccanismi di deduzione delle spese di investimento”.
Per gli interessati: il testo della memoria ANCI