Sono ancora dati provvisori e non all’unità i dati ISTAT sui movimenti di popolazione italiana nel 2015, ma prende forma quanto si era già prefigurato nel mese di agosto 2015 dalla Sefit, sulla base di un poprio rilevamento a campione.
Nel 2015 l’ISTAT calcola che vi siano stati 653 mila morti, 54 mila in più dell’anno precedente (+9,1%).
Il tasso di mortalità, pari al 10,7 per mille, è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi.
L’aumento di mortalità risulta concentrato nelle classi di età molto anziane (75-95 anni).
Dal punto di vista demografico, il picco di mortalità del 2015 è in parte dovuto a effetti strutturali connessi all’invecchiamento e in parte al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014, più favorevole per la sopravvivenza.
Le nascite sono state 488 mila (8 per mille residenti), quindicimila in meno rispetto al 2014. Si tocca così un nuovo record di minimo storico dall’Unità d’Italia, dopo quello del 2014 (503 mila).
In totale la popolazione in Italia si è ridotta di 139 mila unità (-2,3 per mille).
Al primo gennaio 2016, la popolazione residente è di 60 milioni 656 mila persone.
Di questi, 5 milioni 54 mila (8,3% della popolazione totale), sono stranieri, con un incremento di 39 mila unità rispetto al 2014.
Nello stesso periodo 100 mila italiani hanno lasciato il Paese.
La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179 mila residenti.