Nella seduta del 28 ottobre scorso, il Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ha approvato l’Aggiornamento per il 2015 del PNA 2013-2016, in vigore dalla data di pubblicazione sul sito.
Con questo Aggiornamento, già disponibile sul portale dell’Autorità, che rappresenta il primo atto di Anac in questa materia dopo l’approvazione del PNA nel 2013, l’Autorità ha voluto imprimere una decisa svolta nella direzione del miglioramento della qualità dei Piani anticorruzione delle amministrazioni pubbliche. I Piani fin qui adottati si sono rivelati per più aspetti gravemente carenti, soprattutto per la mancata individuazione di adeguate misure di prevenzione della corruzione, che fossero il frutto di una compiuta autoanalisi organizzativa delle amministrazioni, alla ricerca di aree e attività più esposte al rischio di corruzione.
Tra i vari settori d’intervento Cantone ha citato pure che si vuole stroncare la squallida speculazione sulla pelle dei familiari affranti per la perdita di un congiunto, preda di pompe funebri in accordo con personale sanitario, all’obitorio.
Il testo in PDF del Piano è scaricabile al link Piano Nazionale Anticorruzione
L’estratto di interesse specifico delle pompe funebri e dei gestori di Servizi mortuari è il seguente:
2.2.4. Attività conseguenti al decesso in ambito intraospedaliero
In Italia la maggior parte dei decessi avviene in ambito ospedaliero e la gestione delle strutture mortuarie è affidata o alle struttura interne ospedaliere o, per la maggior parte dei casi, esternalizzata. Sul sistema di gestione di tale servizio non esistono specifiche linee guida.
Ciò induce a prendere in esame il tema in sede di elaborazione dei PTPC, tenuto conto delle forti implicazioni di natura sia etica sia economica – che possono coinvolgere anche gli operatori sanitari – connesse alla commistione di molteplici interessi che finiscono fatalmente per concentrarsi su questo particolare ambito.
Nelle more di un auspicabile approfondimento, anche in sede legislativa, delle problematiche correlate a questa delicata fase collegata al decesso intraospedaliero e/o comunque alla gestione e utilizzo delle camere mortuarie, occorre nel frattempo assicurare, dal punto di vista organizzativo e delle risorse a disposizione, la più appropriata modalità di gestione.
Al riguardo è opportuno innanzitutto prevedere l’obbligo di una adeguata motivazione circa l’esternalizzazione o l’internalizzazione del servizio da parte del management dell’ente.
Per quanto concerne gli eventi rischiosi che possono verificarsi, si indicano, ad esempio, la comunicazione in anticipo di un decesso ad una determinata impresa di onoranze funebri in cambio di una quota sugli utili; la segnalazione ai parenti, da parte degli addetti alle camere mortuarie e/o dei reparti, di una specifica impresa di onoranze funebri, sempre in cambio di una quota sugli utili; la richiesta e/o accettazione impropria di regali, compensi o altre utilità in relazione all’espletamento delle proprie funzioni o dei compiti previsti (es. per la vestizione della salma da parte di un operatore sanitario).
Appare evidente che le misure, sia nel caso di gestione esternalizzata che internalizzata, devono essere rivolte a rafforzare gli strumenti di controllo nei confronti degli operatori coinvolti (interni ed esterni) in ordine alla correttezza, legalità ed eticità nella gestione del servizio.
A titolo esemplificativo, una possibile misura rivolta agli operatori interni è costituita dalla rotazione del personale direttamente interessato e dall’adozione di specifiche regole di condotta all’interno dei codici di comportamento, come ad esempio, obblighi di riservatezza relativi all’evento del decesso cui devono attenersi gli operatori addetti al servizio. Per gli operatori esterni, una possibile misura è costituita dal monitoraggio dei costi e tempi di assegnazione (anche al fine di riscontrare eventuali proroghe ripetute e/o una eccessiva concentrazione verso una stessa impresa o gruppo di imprese) del servizio di camere mortuarie.