Si è chiuso il processo sulle false cremazioni al cimitero di Mirteto a Massa, durato 2 anni e mezzo, che ha visto imputate 13 persone, tra funzionari pubblici e gestori del forno crematorio. L accusa aveva chiesto in tutto 69 anni di reclusione per i reati più svariati, tra cui la dispersione delle ceneri, la sottrazione delle salme e di resti mortali, la corruzione, la truffa, il peculato l abuso di ufficio, il tutto aggravato dall associazione a delinquere. 135 le famiglie costituitesi parte civile contro il comune di Massa. Per la corte, l unico responsabile è la Euroservizi, società privata che gestiva il forno crematorio per conto del Comune che è invece stato ritenuto estraneo ai fatti. I giudici hanno stabilito che Renzo Fialdini, funzionario del Comune, all epoca dei fatti responsabile dell Ufficio cimiteri, accusato di non aver controllato e denunciato quanto avveniva nel forno crematorio, è colpevole soltanto di falsità ideologica, per 8 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto 5 anni). Sono questi i dati più significativi del processo, che vede in pratica il comune di Massa estraneo ai fatti che avvenivano all interno del cimitero, tra cui le cremazioni multiple di corpi, le cui ceneri mischiate finivano nelle urne per i parenti.
La responsabilità della Euroservizi ricade in realtà su Renato Alibani, titolare della srl, condannato a 7 anni per i reati contro i defunti e per associazione a delinquere. Con lui anche altri sette tra operai e soci della ditta. Si rammenta che patteggiò la pena a 4 anni e 10 mesi, Enzo Pucci, addetto al forno crematorio, che dopo l arresto nel 2007 rivelò diversi retroscena di quanto accadeva a Mirteto. Infine il comune di Massa, che in questo processo è stato anche parte civile, cioè parte lesa in quanto vittima della truffa di Euroservizi, dovrà essere risarcito per i danni di immagine subiti. La reazione dei parenti è stata veemente: Hanno ucciso i nostri parenti per l ennesima volta. Ci aspettavamo una sentenza esemplare, invece alla fine hanno punito solo i pesci piccoli . Lo ha dichiarato alla fine del processo Natalina Menchelli presidente dell associazione nata a tutela e dignità dei defunti, cremati al cimitero di Mirteto a Massa. Momenti di tensione appena fuori dall aula del Tribunale dove si erano radunate le famiglie delle vittime, circa 135, costituitesi parte civile contro il Comune. Al momento dell uscita degli avvocati che difendevano il Comune e dell ex funzionario imputato e assolto, in tanti si sono lasciati andare a commenti e insulti. Il comune di Massa, infatti, è stato dichiarato non colpevole per i fatti che avvenivano all interno del cimitero, dove le salme venivano cremate insieme e le urne riempite con ceneri miste. Siamo delusi e pensiamo che non esista giustizia, volevamo la condanna del Comune perché avrebbe dovuto controllare, difendere i suoi cittadini e i suoi defunti da quello che gli avveniva sotto gli occhi .