la Corte costituzionale si è pronunciata nel giudizio di legittimità costituzionale di alcune disposizioni della L.R. Lombardia 4 marzo 2019, n. 4, recante “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità): abrogazione del Capo III “Norme in materia di attività dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali” del Titolo VI e introduzione del Titolo VI-bis “Norme in materia di medicina legale, polizia mortuaria, attività funebre” con la sentenza 30 luglio 2020 n. 180.
Il testo è reperibile cliccando su link o anche nell’Area sentenze del sito www.funerali.org .
Di seguito se ne riporta una massima:
Le norme regolamentari non possono essere ascritte «all’area dei principi fondamentali» delle materie concorrenti, «in quanto la fonte regolamentare, anche in forza di quanto previsto dall’art. 117, sesto comma, Cost., sarebbe comunque inidonea a porre detti principi» e, quindi, a vincolare il legislatore regionale. D’altro canto, la Corte Costituzionale ha ritenuto che gli atti di normazione secondaria possano vincolare la potestà legislativa regionale, ma solo in ben circoscritte ipotesi, ovvero quando, «in settori squisitamente tecnici», intervengono a completare la normativa statale primaria».
Detto più semplicemente:
se in materia funebre e cimiteriale lo Stato vuole incidere sulla legislazione regionale, in materia concorrente, lo deve fare principalmente con una legislazione primaria. Non certamente argomentando solo con violazioni di questo quell’articolo del DPR 285/1990 (che è fonte regolamentare e quindi secondaria), ovviamente laddove il DPR 285/90 non sia richiamato in quanto applicabile per parte o in via residuale dalla normazione regionale.
Molte delle norme della regione Lombardia restano così in vigore, tranne quelle che la stessa Regione – diversi mesi fa – aveva prudentemente provveduto a modificare o a cassare, perché palesemente contrarie ai principi statali (a suo giudizio).
Il Governo incassa lo smacco e a questo punto dovrà decidere cosa fare per le norme regionali che nel frattempo siano state emanate, semmai scrivendo dei ricorsi tecnicamente corretti e cioé seguendo le indicazioni che gli sono state fornite dalla Suprema Corte. Torna poi in ballo l’urgenza di legiferare in ambito nazionale, visto che in molti casi l’esperienza regionale si è rivelata sempre più un flop, a detta degli stessi operatori funebri.