La riforma dei servizi funerari in mezzo al guado

La riforma dei servizi funerari in mezzo al guado

Il 16 dicembre 2009 in Commissione XII (Sanità) al Senato è stato approvato, a maggioranza, il testo del DDL di riforma dei servizi funerari, frutto da parte del relatore Sen. DI GIACOMO (PDL) della unificazione di 3 distinti DDL: (56) TOMASSINI – Disciplina delle attività nel settore funerario (511), PORETTI e PERDUCA – Nuove norme in materia di dispersione e di conservazione delle ceneri, (95) Marco FILIPPI ed altri – Disposizioni fiscali in materia di prestazioni di cremazione.

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L'attuale crisi economica e l'editoria funeraria italiana

L’attuale crisi economica e l’editoria funeraria italiana

1989, un anno che ha cambiato il mondo… Con queste parole comincia una pagina dell’ultimo numero della rivista francese Funeraire Magazine, laddove ricorda gli avve-nimenti che hanno segnato il 1989 (tanto per citarne qualcuno: Khomeynei lancia una fatwa contro lo scrittore Rushdie, facendo intendere per la prima volta nel moderno Occidente quali possano essere gli effetti di un certo integralismo islamico, in Cina la dirigenza reagisce con violenza alle proteste pacifiche dei giovani in piazza Tian’anmen, il muro di Berlino viene abbattuto e cade la cortina di ferro).

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Un posto per l’al di qua

Un posto per l’al di qua

Forse, alla ripresa dei lavori del Senato, dopo la pausa estiva, si ricomincerà a discutere in commissione sanità di questi benedetti disegni di legge in materia funeraria.
Nell’editoriale precedente si sono evidenziate le principali problematiche irrisolte in ma-teria funebre dall’attuale DDL, ma ne sussistono altre.
Il testo attuale non fornisce adeguate garanzie affinché il sistema cimiteriale italiano mantenga quel carattere che lo contraddistingue da un paio di secoli. Occorre essere meno timorosi laddove si identifica la proprietà pubblica del cimitero e, per taluni, come il sottoscritto, occorre anche una chiara e decisa scelta di campo gestionale perché i crematori restino comunali (salvo quelli costruiti all’inizio del secolo passato dalle Socrem, che surrogarono allora la funzione comunale).

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Ricominciamo!

Ricominciamo!

Una nota canzone italiana ha il ritornello che suona “ricominciamo, ricominciamo”. Se non erro è cantata da Pappalardo.
Passata l’azione di momentaneo stordimento del settore funerario italiano, provocata dalla maxi retata dell’ottobre dello scorso anno, relativa all’operazione di Milano contro il racket del caro estinto, si torna a ragionare sulle norme occorrenti per questo “disgraziato” settore.
Uso a proposito il termine “disgraziato” in quanto è ormai da più di dieci anni che questi o quello cerca di dare una organicità al sistema, individuare delle nuove regole, sia ai fini di una sana concorrenza nel settore funebre, sia per tutelare il mercato.

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L’unione potrebbe fare la forza, se ci riuscissimo!

L’unione potrebbe fare la forza, se ci riuscissimo!

In Italia ci si avvale di un provvedimento europeo che consentiva di mantenere la e-senzione dell’aliquota IVA piena (o ridotta) per i servizi di pompe funebri.
A livello europeo è invece consentito avvalersi di una aliquota ridotta (fino al 5%), che però per l’Italia significa il 10% (essendo la prima aliquota ridotta pari o superiore al 5% e inferiore al 15%), per taluni servizi, tra i quali la cremazione e quelli di pompe funebri.

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Il documento di principi (con)… divisi

Il documento di principi (con)… divisi

Quando con il precedente numero della rivista I Servizi Funerari si era previsto di parlare in questo del documento di principi (con)… divisi, non si sarebbe mai previsto che una sorta di ciclone si sarebbe abbattuto sul settore funerario italiano, poco prima della tradizionale data della Commemorazione dei Defunti.
Tanto da far passare in secondo, se non in terzo piano, questo tormentone, che ormai da più di due anni fa discutere i vertici delle Federazioni interessate.

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Che delusione!

Che delusione!

Quella che si è combattuta alla Camera sulla sorte dei servizi pubblici locali è una delle battaglie più rilevanti degli ultimi anni, per il futuro di questi servizi. E non è ancora finita. L’Antitrust, con una propria segnalazione al Parlamento ha espresso diverse considerazioni negative.
E ora viene il Senato.
Nel momento in cui scrivo queste note, dopo giorni passati tra un’agenzia di stampa e l’altra a monitorare il sito della Camera, affiora in me un senso di delusione, indipendentemente dal risultato.

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Lanzimonti

Lanzimonti

No, non è un refuso. Lanzimonti è una contrazione del Lanzillotta-Tremonti, cioè di quell’insieme di norme per la riforma dei servizi pubblici locali pensate sotto il Governo Prodi, mai partorite per la contrarietà più o meno velata di una parte della precedente compagine governativa e che ora trovano la luce con il IV Governo Berlusconi.
Intendiamoci, sono norme in parte non condivisibili, tanto che sarebbe utile qualche deciso aggiustamento, ma nella situazione di ingovernabilità del sistema, meglio norme da migliorare che assenza di norme (cioè la situazione che stiamo vivendo in questi anni, dopo che la Corte Costituzionale ha cancellato l’articolo 113 bis dell’Ordinamento degli Enti Locali).

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L’ultimo autobus

L’ultimo autobus

Qualche settimana or sono ho partecipato ad un convegno dal titolo: “L’organizzazione del servizio funebre. Verso un modello europeo” e la circostanza mi ha sollecitato ad una riflessione in materia, che intendo partecipare ai lettori di questa rivista, perché non ho completamente esposto il mio pensiero in tale sede.
Alla domanda “esiste un modello europeo di organizzazione del servizio funebre”, la mia risposta è negativa.
Vi sono tanti modelli nazionali, o meglio, in diversi Paesi anche modelli regionali.

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L’ultimo autobus

L’ultimo autobus

Qualche settimana or sono ho partecipato ad un convegno dal titolo: “L’organizzazione del servizio funebre. Verso un modello europeo” e la circostanza mi ha sollecitato ad una riflessione in materia, che intendo partecipare ai lettori di questa rivista, perché non ho completamente esposto il mio pensiero in tale sede.
Alla domanda “esiste un modello europeo di organizzazione del servizio funebre”, la mia risposta è negativa.
Vi sono tanti modelli nazionali, o meglio, in diversi Paesi anche modelli regionali.

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Che sta succedendo nei cimiteri italiani?

Che sta succedendo nei cimiteri italiani?

Negli ultimi mesi due fatti, in particolare, hanno colpito l’opinione pubblica italiana e incrinato il rapporto che sussisteva con l’istituzione cimiteri, già scossa dai fatti di Torino sulle “esumazioni facili” di qualche anno or sono. Si tratta:
– degli arresti di Qualiano (nel napoletano), che hanno coinvolto personale comunale e un concessionario privato della illuminazione elettrica votiva, sorpresi con le mani nel sacco, con una serie imponente di violazioni (tanto che una collezione del genere è difficilmente immaginabile solo per casi di scuola).

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La pagliuzza e la trave

La pagliuzza e la trave

La segnalazione 23/5/2007 dell’Antitrust a Parlamento, Regioni e Comuni in materia di separazione tra attività d’istituto (necroscopiche, cimiteriali) e attività in concorrenza in settori attigui, sta determinando diversi scossoni all’interno del mondo delle imprese funebri italiane, specie di quelle pubbliche.
Anche se talune parti dei contenuti della segnalazione dell’Antitrust sono condivisibili, essa ha fatto letteralmente imbestialire il mondo delle imprese funebri pubbliche per il giudizio poco lusinghiero sul loro operato, in quanto l’Antitrust ritiene che utilizzino sistemi impropri per battere la concorrenza privata.

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Mazzettopoli

Mazzettopoli

La recente notizia di arresto a Foggia di 10 persone (ma gli avvisi di garanzia riguardano 22 persone) a seguito di indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha individuato una centrale a delinquere mafiosa operante nelle pompe funebri, fa riflettere sul salto di qualità che le organizzazioni malavitose hanno effettuato in questo campo. In sostanza la mafia foggiana avrebbe assunto il controllo di 4 imprese funebri locali e i funerali che non venivano fatti da queste dovevano pagare un pizzo di 500 euro (cadauno).

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Imprese funebri lombarde: la Regione cambia i requisiti per operare

Imprese funebri lombarde: la Regione cambia i requisiti per operare

Con il regolamento 1/07, la Regione Lombardia cambia i requisiti minimali per poter essere autorizzati all’esercizio dell’attività funebre.
L’esercente l’attività funebre è l’unico soggetto autorizzato ad effettuare trasporti funebri completamente svolgentisi dentro la regione Lombardia, dopo la fine del periodo transitorio (10/05/2007).
Consentendo che i requisiti di personale occorrente siano garantiti anche con forme contrattuali diverse da quelle del solo contratto di lavoro subordinato con l’esercente stesso, di fatto la Regione ha optato per una soluzione di grande libertà d’impresa, attenuando al minimo le barriere d’ingresso all’attività, ma tenendo fermi sia il criterio di tutela del dolente (con le note incompatibilità, che permangono) sia di regolarità contributiva ed adeguata formazione per gli operatori funebri.

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Prove di dialogo

Prove di dialogo

La metà di dicembre 2006 sarà ricordata non solo per l’appassionante dibattito che si è sviluppato nei due giorni passati insieme a Torino dai vertici italiani del settore fu-nerario, pubblico e privato, ma anche per la rottura di schemi consolidati.
La prima svolta è stata quella data dal confronto tra SEFIT e FIC, dopo le incom-prensioni che avevano caratterizzato gli ultimi due anni.
Ora le differenze di impostazione sussistono ancora (in particolare sullo sviluppo da consentire alla dispersione ceneri e all’affidamento), ma su altre questioni (natura pubblica dei cimiteri: sia di urne che di feretri; ruolo essenziale dei Comuni nello sviluppo dei crematori e della cremazione) le convergenze sono evidenti.

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L'evoluzione della cremazione in Italia

L’evoluzione della cremazione in Italia

Il 20 settembre 2006 è caduto il primo centenario della nascita della Federazione Italiana per la Cremazione. È l’occasione per fare il punto sulla situazione evolutiva della cremazione nel nostro Paese.
In Italia la cremazione, nel corso del 2005, ha superato, pur se di poco, le 48.000 unità di cadaveri, su un numero di decessi di poco più di 567.000.
Incide, pertanto nell’8,5% del totale delle sepolture.
La cremazione è passata da circa 3.600 unità nel 1987, anno in cui venne introdotta la gratuità della cremazione, alle circa 30.000 del 2000.

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