Non si tratta di uno scioglilingua, ma, posta così, la questione appare maggiormente “veicolabile”, il senso da dare a quanto si andrà a vedere.
Generalmente, quando si usa la parola norme ci si riferisce a quelle che sono tali giuridicamente, cioè alle c.d. fonti del diritto, richiamate dall’art. 1 Disposizioni generali sulla legge (c.d., in forma abbreviata, Preleggi, fonti tra le quali sussiste una gerarchia, principalmente data dalle norme di rango primario (leggi propriamente dette ed atti aventi forza di legge) e dalle norme di rango secondario (regolamenti), gerarchia rispetto a cui vi sono “norme” sovra ordinate, in primis la Costituzione, ma anche gli Statuti comunali (che, alla luce dell’art.… ... Leggi il resto
Categoria: Dottrina
Le analisi di Sereno Scolaro sulla evoluzione giurisprudenziale e normativa del settore funerario
Quali sanzioni, qualora ve ne siano, per il caso di “auto-affidamento” di urna cineraria?
Si prenda il caso di persona coniugata (o interessata ad istituto giuridico assimilabile, negli effetti), che rimanga in stato di vedovanza, provvedendo a dichiarare la propria volontà alla cremazione del coniuge defunto, tanto più che questi, in vita, aveva in plurime occasioni manifestata una volontà in questo senso.
Contestualmente, richiede (ed ottiene) la concessione di nicchia cineraria, per collocarvi l’urna cineraria contenente le ceneri del coniuge defunto, magari considerando che il Regolamento comunale di polizia mortuaria, nonché l’atto di concessione della nicchia cineraria consentono l’accoglimento di 2 urne cinerarie (anche se non è da escludere che lo spazio fisico del “vano” sia di ampiezza sufficiente ad accoglierne altra/e), cosa che può tornare utile, quando, in momento successivo, anche il coniuge superstite venga a decedere, ottenendo così un “ricongiungimento” della coppia coniugale (o altro istituto assibilabile, negli effetti).… ... Leggi il resto
Diritto di sepolcro: linee rette, linee collaterali e spizzichi di affinità – 2/2
La parentela
La relazione di parentela è definita dall’art. 74 C.C. come il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo.
Il vincolo di parentela non sorge nei casi di adozione di persone maggiori di età, di cui agli articoli 291 e seguenti.… ... Leggi il resto
Diritto di sepolcro: linee rette, linee collaterali e spizzichi di affinità – 1/2
A volte, specie nelle concessioni cimiteriali maggiormente risalenti nel tempo, si rende necessario esaminare le relazioni di parentela, con la loro distinzione tra linee rette e linee collaterali (si dovrebbero considerare anche quelle ascendenti e discendenti, anche se in materia di ius sepulchri rileva il c.d. fondatore del sepolcro, per cui è maggiormente frequente che rilevino le linee discendenti) e, in alcuni casi, vanno considerate anche le relazioni di affinità.
Per fare riferimento ad un caso concreto, si prende lo spunto da un’ordinanza presidenziale (ordinanza, non sentenza) della Corte di Cassazione, Sez.… ... Leggi il resto
Unioni civili e convivenze di fatto: non confluiscono in medesimi effetti
Premessa d’inquadramento
A tutti può essere più o meno nota la L. 20 maggio 2016, n. 76 o, almeno, è nota per avere affrontato materie in precedenza non regolate.
Non interessa illustrarla, ma solo cercare di “mettere a fuoco” gli effetti che possano aversi nel contesto funebre, cimiteriale e di cremazione.
Il primo aspetto, che si vuole mettere in evidenza, è il fatto che l’unione civile tra persone dello stesso sesso e la convivenza di fatto, per quanto istituti considerati dalla medesima legge, non sono, per così dire, “sovrapponibili”, non sono due forme pertinenti a situazioni in qualche modo analoghe, con la conseguenza che anche i loro effetti non sono, né possono essere, gli stessi, come potrebbe ritenersi in ambienti talvolta noti per essere poco riconosciuti sotto il profilo della qualità e magari esposti a contesti, in cui la fedeltà prevale sulla tecnica.… ... Leggi il resto
Quando la somma di frazioni porta all’unità
Non si tratta di aritmetica. Si tratta di una situazione che, per i diversi e plurimi risvolti che la riguardano, può essere riconducibile alla tipologia del “più unico che raro”.
Un comune ha autorizzato la cremazione di un defunto richiedendo, espressamente, che essa avvenisse congiuntamente con quella di un arto (inferiore), precedentemente amputato al medesimo defunto.
Tra l’altro, è emerso che, in occasione dell’apertura del loculo di pregressa tumulazione, era stata, per l’appunto reperita una “cassetta” contenente l’arto amputato.… ... Leggi il resto
Interessarsi del “disinteresse” – 3/3
§ 8.- La situazione apparentemente “insoddisfacente” del 3° periodo
Questo ultimo cenno permette di affrontare un aspetto, anche questo a volte poco considerato, che è quello che si ricava dal 3° periodo dell’art. 1, comma 7-bis D.-L. 27 dicembre 2000, n. 392, convertito nella L. 26 febbraio 2001, n. 26.
Come ricordato (Cfr.: § 1) la norma è stata introdotta per chiarire (…) la questione dell’onerosità del trasporto del feretro, quando la cremazione debba avvenire in impianto di cremazione sito in altro comune.… ... Leggi il resto
Interessarsi del “disinteresse” – 2/3
§ 5.- Quale è il significato del “disinteresse”?
Una volta assodato che la condizione di “disinteresse” deve necessariamente sussistere al momento della morte, una delle conseguenze consiste nel fatto che il “disinteresse” non è, né può essere, rimesso ai soggetti tenuti (familiari).
Non si entra, intenzionalmente, nella tematica che comporterebbe l’individuazione di quali siano le persone così onerate, trattandosi di aspetti che trovano regolazione nel Regolamento comunale di polizia mortuaria, ma si cerca, magari anche ricorrendo a qualche esemplificazione, di individuare il significato ed il contenuto che sostanziano un “disinteresse”.… ... Leggi il resto
Interessarsi del “disinteresse” – 1/3
§ 1.- Il punto di partenza
Sono ormai passati oltre 20 anni dall’entrata in vigore (2 marzo 2001) dell’art. 1, comma 7-bis D.L. 27 dicembre 2000, n. 392, convertito nella L. 26 febbraio 2001, n. 26, ma sembra che la sua portata non sia sempre divenuta patrimonio comune consolidato.
Si potrebbe dire che non sia stata ancora “assorbita” (“digerita”?)come aspetto ordinario, più o meno indiscusso, di senso comune, fattore ordinario. Del resto, non si ignora come, in ambito cimiteriale e di pratiche funerarie, i tempi di evoluzione delle “percezioni sociali” si sviluppino ed evolvano lungo percorsi temporali mai istantanei e sempre proiettati in orizzonti temporali particolarmente lunghi, forse valutabili in termini di generazioni, spesso più di una.… ... Leggi il resto
La durata nelle concessioni cimiteriali – 2/2
Come determinare la durata delle concessioni cimiteriali
Partendo dal presupposto che la finalità delle “sepolture” sia quella di permettere l’ordinario svolgersi degli ordinari (la ripetizione di “ordinario” è intenzionale, quale sottolineatura del concetto) processi trasformativi cadaverici, chi scrive ha la convinzione (rimanendo sempre disposto a venire smentito) per cui, in sede di formazione di un Regolamento comunale di polizia mortuaria, non vi sia un qualche criterio che sovraintende alla determinazione delle durate delle concessioni cimiteriali, ma vi sia larga tendenza ad operare conservando prassi e consuetudini pre-esistenti, oppure rifacendosi a scelte più o meno presenti nel territorio, oppure mutuando indicazioni da “tracce” di varia provenienza (a prescindere da ogni valutazione sulla loro qualità).… ... Leggi il resto
La durata nelle concessioni cimiteriali – 1/2
Premessa
Fin dall’art. 74 R.D. 8 giugno 1865, n. 2322 “Regolamento per l’esecuzione della Legge 20 marzo 1865 sulla Sanità pubblica” prevedeva che le inumazioni avessero luogo per un tempo non minore di dieci anni.
Il successivo art. 76 considerava l’ipotesi: “Nei cimiteri dove è ammesso il sistema di tumulazione …”, ma nulla diceva circa una qualche durata della tumulazione.
Neppure il R.D. 11 gennaio 1891, n. 42 (art. 63) sul presupposto che questo aspetto rientrasse nell’ambito del regolamento comunale di polizia mortuaria (art.… ... Leggi il resto
Una strana famiglia …
In più occasioni è stato affermato che la definizione dell’ambito delle persone appartenenti alla famiglia del concessionario, ai fini di cui all’art. 93, comma 1 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m., abbia quale unica “fonte” il Regolamento comunale di polizia mortuaria, il quale potrebbe adottare una definizione unica per tutte le tipologie di concessioni cimiteriali, ma anche diverse definizioni, magari tenendo conto delle durate e delle capienze.
Poiché si ha spesso l’occasione per leggere testi di Regolamenti comunali di polizia mortuaria, si evidenziano sovente situazioni diffuse, ma anche, per così dire, “anomale” (a volte, “ab-normi”).… ... Leggi il resto
Attorno ai sepolcri … “inidonei”
Premessa
Qualche tempo addietro (prima del 1990) un’ASL, nell’esercizio delle proprie funzioni di cui all’art. 51, comma 2 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m., aveva rilevato la presenza nel cimitero di sepolcri ritenuti “inidonei” o, altrimenti, non utilizzabili in quanto in contrasto con le disposizioni che regolano la tumulazione, nella specie non rispondenti all’art. 76 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m.
Dato che il comune aveva provveduto ad informare i concessionari, o loro aventi causa, di tale inidoneità, richiedendo l’esecuzione di interventi ed opere volte alla “messa a norma”, la vicenda è giunta avanti al T.A.R.,… ... Leggi il resto
Un particolare cimitero particolare
Partire dalle “fonti” primarie
L’art. 1 Disposizioni sulla legge in generale (note anche come Preleggi), anteposte al C.C., individua le c.d. “fonti del diritto”, enunciandole con criteri gerarchici.
Nell’ambito che interessa, tra le fonti primarie va richiamato il T.U.LL.SS., approvato con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 ed entrato in vigore il 24 agosto 1934 (la data di entrata in vigore è rilevante anche per quanto si vedrà di seguito), il cui art. 340 dispone: “[I] È vietato di seppellire un cadavere in luogo diverso dal cimitero.… ... Leggi il resto
Efficacia delle “cessioni” di sepolcro (fino a che siano state ammissibili) – 2/2
A quali persone può essere riconosciuto il “titolo” di accoglimento nel sepolcro?
Si tratta di situazioni, sorte frequentemente ante R.D. 21 dicembre 1942, n. 1880, in cui merita di affrontarsi la questione dell’individuazione delle persone cui possa essere riconosciuto un “titolo” (usiamo “titolo” e non “diritto”, per le motivazioni che emergeranno di seguito) ad essere accolti nello specifico sepolcro, una volta divenuto patrimonio dell’IPAB istituita ad erede.
Da un lato, si tratta di fattispecie in cui le persone già accolte nel sepolcro conservano il “diritto” a permanervi, senza che possano essere estumulate (salvo il caso di concessioni cimiteriali a tempo determinato, dove opera pur sempre l’istituto della scadenza), men che meno che l’IPAB (probabilmente oggi trasformata in soggetto diverso, sulla base delle modifiche legislative, statali e/o regionali, successivamente intervenute) abbia titolo di sorta a chiederne l’estumulazione.… ... Leggi il resto
Efficacia delle “cessioni” di sepolcro (fino a che siano state ammissibili) – 1/2
Introduzione
Vigente il R.D. 21 dicembre 1942 (entrato in vigore il 1° luglio 1943 e fino al 9 febbraio 1976), il suo art. 71 prevedeva:
“Art. 71.- [I] Il diritto di uso delle sepolture private è riservato alla persona del concessionario e a quelle della propria famiglia ovvero alle persone regolarmente iscritte all’ente concessionario.
[II] Il diritto di uso di cui al comma precedente, sia totalmente che parzialmente, può essere ceduto ovvero trasmesso, tanto per atto tra i vivi quanto per atto di ultima volontà, a terzi, salvo che la cedibilità o la trasmissibilità, in tutto o in parte, non sia incompatibile con il carattere del sepolcro secondo il diritto civile, e sempre che i regolamenti comunali ed i singoli atti di concessione non dispongano altrimenti.… ... Leggi il resto