Premessa d’inquadramento
A tutti può essere più o meno nota la L. 20 maggio 2016, n. 76 o, almeno, è nota per avere affrontato materie in precedenza non regolate.
Non interessa illustrarla, ma solo cercare di “mettere a fuoco” gli effetti che possano aversi nel contesto funebre, cimiteriale e di cremazione.
Il primo aspetto, che si vuole mettere in evidenza, è il fatto che l’unione civile tra persone dello stesso sesso e la convivenza di fatto, per quanto istituti considerati dalla medesima legge, non sono, per così dire, “sovrapponibili”, non sono due forme pertinenti a situazioni in qualche modo analoghe, con la conseguenza che anche i loro effetti non sono, né possono essere, gli stessi, come potrebbe ritenersi in ambienti talvolta noti per essere poco riconosciuti sotto il profilo della qualità e magari esposti a contesti, in cui la fedeltà prevale sulla tecnica.… ... Leggi il resto
Categoria: Dottrina
Le analisi di Sereno Scolaro sulla evoluzione giurisprudenziale e normativa del settore funerario
Quando la somma di frazioni porta all’unità
Non si tratta di aritmetica. Si tratta di una situazione che, per i diversi e plurimi risvolti che la riguardano, può essere riconducibile alla tipologia del “più unico che raro”.
Un comune ha autorizzato la cremazione di un defunto richiedendo, espressamente, che essa avvenisse congiuntamente con quella di un arto (inferiore), precedentemente amputato al medesimo defunto.
Tra l’altro, è emerso che, in occasione dell’apertura del loculo di pregressa tumulazione, era stata, per l’appunto reperita una “cassetta” contenente l’arto amputato.… ... Leggi il resto
Interessarsi del “disinteresse” – 3/3
§ 8.- La situazione apparentemente “insoddisfacente” del 3° periodo
Questo ultimo cenno permette di affrontare un aspetto, anche questo a volte poco considerato, che è quello che si ricava dal 3° periodo dell’art. 1, comma 7-bis D.-L. 27 dicembre 2000, n. 392, convertito nella L. 26 febbraio 2001, n. 26.
Come ricordato (Cfr.: § 1) la norma è stata introdotta per chiarire (…) la questione dell’onerosità del trasporto del feretro, quando la cremazione debba avvenire in impianto di cremazione sito in altro comune.… ... Leggi il resto
Interessarsi del “disinteresse” – 2/3
§ 5.- Quale è il significato del “disinteresse”?
Una volta assodato che la condizione di “disinteresse” deve necessariamente sussistere al momento della morte, una delle conseguenze consiste nel fatto che il “disinteresse” non è, né può essere, rimesso ai soggetti tenuti (familiari).
Non si entra, intenzionalmente, nella tematica che comporterebbe l’individuazione di quali siano le persone così onerate, trattandosi di aspetti che trovano regolazione nel Regolamento comunale di polizia mortuaria, ma si cerca, magari anche ricorrendo a qualche esemplificazione, di individuare il significato ed il contenuto che sostanziano un “disinteresse”.… ... Leggi il resto
Interessarsi del “disinteresse” – 1/3
§ 1.- Il punto di partenza
Sono ormai passati oltre 20 anni dall’entrata in vigore (2 marzo 2001) dell’art. 1, comma 7-bis D.L. 27 dicembre 2000, n. 392, convertito nella L. 26 febbraio 2001, n. 26, ma sembra che la sua portata non sia sempre divenuta patrimonio comune consolidato.
Si potrebbe dire che non sia stata ancora “assorbita” (“digerita”?)come aspetto ordinario, più o meno indiscusso, di senso comune, fattore ordinario. Del resto, non si ignora come, in ambito cimiteriale e di pratiche funerarie, i tempi di evoluzione delle “percezioni sociali” si sviluppino ed evolvano lungo percorsi temporali mai istantanei e sempre proiettati in orizzonti temporali particolarmente lunghi, forse valutabili in termini di generazioni, spesso più di una.… ... Leggi il resto
La durata nelle concessioni cimiteriali – 2/2
Come determinare la durata delle concessioni cimiteriali
Partendo dal presupposto che la finalità delle “sepolture” sia quella di permettere l’ordinario svolgersi degli ordinari (la ripetizione di “ordinario” è intenzionale, quale sottolineatura del concetto) processi trasformativi cadaverici, chi scrive ha la convinzione (rimanendo sempre disposto a venire smentito) per cui, in sede di formazione di un Regolamento comunale di polizia mortuaria, non vi sia un qualche criterio che sovraintende alla determinazione delle durate delle concessioni cimiteriali, ma vi sia larga tendenza ad operare conservando prassi e consuetudini pre-esistenti, oppure rifacendosi a scelte più o meno presenti nel territorio, oppure mutuando indicazioni da “tracce” di varia provenienza (a prescindere da ogni valutazione sulla loro qualità).… ... Leggi il resto
La durata nelle concessioni cimiteriali – 1/2
Premessa
Fin dall’art. 74 R.D. 8 giugno 1865, n. 2322 “Regolamento per l’esecuzione della Legge 20 marzo 1865 sulla Sanità pubblica” prevedeva che le inumazioni avessero luogo per un tempo non minore di dieci anni.
Il successivo art. 76 considerava l’ipotesi: “Nei cimiteri dove è ammesso il sistema di tumulazione …”, ma nulla diceva circa una qualche durata della tumulazione.
Neppure il R.D. 11 gennaio 1891, n. 42 (art. 63) sul presupposto che questo aspetto rientrasse nell’ambito del regolamento comunale di polizia mortuaria (art.… ... Leggi il resto
Una strana famiglia …
In più occasioni è stato affermato che la definizione dell’ambito delle persone appartenenti alla famiglia del concessionario, ai fini di cui all’art. 93, comma 1 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m., abbia quale unica “fonte” il Regolamento comunale di polizia mortuaria, il quale potrebbe adottare una definizione unica per tutte le tipologie di concessioni cimiteriali, ma anche diverse definizioni, magari tenendo conto delle durate e delle capienze.
Poiché si ha spesso l’occasione per leggere testi di Regolamenti comunali di polizia mortuaria, si evidenziano sovente situazioni diffuse, ma anche, per così dire, “anomale” (a volte, “ab-normi”).… ... Leggi il resto
Attorno ai sepolcri … “inidonei”
Premessa
Qualche tempo addietro (prima del 1990) un’ASL, nell’esercizio delle proprie funzioni di cui all’art. 51, comma 2 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m., aveva rilevato la presenza nel cimitero di sepolcri ritenuti “inidonei” o, altrimenti, non utilizzabili in quanto in contrasto con le disposizioni che regolano la tumulazione, nella specie non rispondenti all’art. 76 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m.
Dato che il comune aveva provveduto ad informare i concessionari, o loro aventi causa, di tale inidoneità, richiedendo l’esecuzione di interventi ed opere volte alla “messa a norma”, la vicenda è giunta avanti al T.A.R.,… ... Leggi il resto
Un particolare cimitero particolare
Partire dalle “fonti” primarie
L’art. 1 Disposizioni sulla legge in generale (note anche come Preleggi), anteposte al C.C., individua le c.d. “fonti del diritto”, enunciandole con criteri gerarchici.
Nell’ambito che interessa, tra le fonti primarie va richiamato il T.U.LL.SS., approvato con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 ed entrato in vigore il 24 agosto 1934 (la data di entrata in vigore è rilevante anche per quanto si vedrà di seguito), il cui art. 340 dispone: “[I] È vietato di seppellire un cadavere in luogo diverso dal cimitero.… ... Leggi il resto
Efficacia delle “cessioni” di sepolcro (fino a che siano state ammissibili) – 2/2
A quali persone può essere riconosciuto il “titolo” di accoglimento nel sepolcro?
Si tratta di situazioni, sorte frequentemente ante R.D. 21 dicembre 1942, n. 1880, in cui merita di affrontarsi la questione dell’individuazione delle persone cui possa essere riconosciuto un “titolo” (usiamo “titolo” e non “diritto”, per le motivazioni che emergeranno di seguito) ad essere accolti nello specifico sepolcro, una volta divenuto patrimonio dell’IPAB istituita ad erede.
Da un lato, si tratta di fattispecie in cui le persone già accolte nel sepolcro conservano il “diritto” a permanervi, senza che possano essere estumulate (salvo il caso di concessioni cimiteriali a tempo determinato, dove opera pur sempre l’istituto della scadenza), men che meno che l’IPAB (probabilmente oggi trasformata in soggetto diverso, sulla base delle modifiche legislative, statali e/o regionali, successivamente intervenute) abbia titolo di sorta a chiederne l’estumulazione.… ... Leggi il resto
Efficacia delle “cessioni” di sepolcro (fino a che siano state ammissibili) – 1/2
Introduzione
Vigente il R.D. 21 dicembre 1942 (entrato in vigore il 1° luglio 1943 e fino al 9 febbraio 1976), il suo art. 71 prevedeva:
“Art. 71.- [I] Il diritto di uso delle sepolture private è riservato alla persona del concessionario e a quelle della propria famiglia ovvero alle persone regolarmente iscritte all’ente concessionario.
[II] Il diritto di uso di cui al comma precedente, sia totalmente che parzialmente, può essere ceduto ovvero trasmesso, tanto per atto tra i vivi quanto per atto di ultima volontà, a terzi, salvo che la cedibilità o la trasmissibilità, in tutto o in parte, non sia incompatibile con il carattere del sepolcro secondo il diritto civile, e sempre che i regolamenti comunali ed i singoli atti di concessione non dispongano altrimenti.… ... Leggi il resto
I sepolcri abbandonati – 3/3
Le situazioni di abbandono non comportanti pericolo
Nel caso in cui non vi siano situazioni, attuali o potenziali, di pericolo, lo stato di abbandono può consentire al comune di avviare il procedimento consistente nel richiamare i soggetti obbligativi a provvedere all’adempimento degli obblighi di assicurare nel tempo il buono stato di conservazione dei manufatti di proprietà afferenti al sepolcro, invito che, se previsto dal Regolamento comunale di polizia mortuaria, potrebbe portare alla dichiarazione di decadenza dalla concessione con rientro della stessa nella disponibilità del comune (e per le concessioni aventi avuto l’oggetto nelle disposizioni dell’art.… ... Leggi il resto
Quanto possono essere “riconoscenti” le confraternite?
Premessa illustrativa
In una data località, nel 1979 una confraternita titolare di concessione di area cimiteriale su cui era stato, all’inizio, realizzato un manufatto sepolcrale a sistema di tumulazione, richiede al comune (concedente) l’autorizzazione (ottenendola) ad un ampliamento, consistente nella realizzazione di un certo numero, limitato, di posti feretro in ragione del fatto che ormai era prossima la saturazione della capienza, dato il numero dei posti presenti.
Di fatto, questo ampliamento segnava anche il fatto che la confraternita non avrebbe potuto proseguire oltre nell’accogliere le persone ad essa appartenenti (consorelle e confratelli), al punto che si sarebbe trovata nelle condizioni di non poter più operare secondo i propri fini.… ... Leggi il resto
I sepolcri abbandonati – 2/3
Come procedere?
Il precedente cenno dell’inoltro dell’atto di diffida a provvedere ai componenti delle famiglia del concessionario (aggiungiamo, anche al concessionario, se tuttora in vita) consente di affrontare un aspetto che a volte non viene sufficientemente approfondito, cioè il fatto che la posizione del concessionario e quella degli appartenenti alla famiglia di questi non sono sovrapponibili, così come non sono sovrapponibili le posizioni di chi abbia titolo sulla concessione cimiteriale con quelle di chi abbia titolo a disporre delle spoglie mortali accolte nel sepolcro.… ... Leggi il resto
I sepolcri abbandonati – 1/3
Introduzione
Il termine di “abbandonati” si rinviene all’art. 63, comma 2 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m., collegato all’immediatamente precedente comma 1, per il quale i concessionari devono mantenere a loro spese, per tutto il tempo della concessione, in buono stato di conservazione i manufatti di loro proprietà.
Il sopra citato comma 2 oltretutto parla sì di abbandono, specificando “per incuria” oppure “per morte degli aventi diritto”.
Il richiamo ai “manufatti di loro proprietà” porta a considerare inizialmente il caso regolato dall’art.… ... Leggi il resto