Era da tempo che il fuoco covava sotto la cenere. Alcide Cerato, padrone di una delle maggiori imprese funebri private di Milano (la San Siro American Funeral srl) è chiamato a rispondere di concorrenza sleale da parte di imprese funebri milanesi concorrenti, guidate da Maurizio Zaffarano.
La storia: L’Istituto Lombardo di Tanatoprassi, controllato dal Cerato, ma che vede al suo interno anche ex dirigenti della sanità lombarda, viene chiamato a gestire servizi all’interno di strutture sanitarie o a fornire servizi di tanatocosmesi (la tanatoprassi è ancora vietata in Italia). Così è stato semplice sfruttare l’occasione del primo contatto con i familiari per propagandare per primi il nome della ditta San Siro per fare le ultime esequie (pratica che per legge in Lombardia – ma anche nel resto d’Italia – è vietata a chi opera dentro le strutture sanitarie).
Queste le conclusioni del giudice del Tribunale di Monza Carmen Arcellaschi che, sulla base di testimonianze di 6 familiari, su ricorso di imprese funebri concorrenti (onoranze funebri Rondò di Sesto S. Giovanni e COF di Cinisello Balsamo), ha definito senza mezzi termini (in sede civile) questa come concorrenza sleale.
Il giudice testualmente scrive: “Nel 2006 e 2007 la San Siro American Funeral srl poteva contare su persone all’interno di importanti strutture ospedaliere a Milano (Istituto Galeazzi, Ospedale S.Carlo) e a Sesto (Multimedica) che comunicavano il nominativo dei deceduti e i dati dei familiari in modo da consentirle di contattarli immmediatamente, spesso già all’interno dlel’ospedale per proporre i suoi servizi funerari.”
Tra impresari funebri è bagarre: Zaffarano che afferma come nelle strutture sanitarie dove avveniva questo mercimonio vi erano “percentuali bulgare” di funerali della concorrente San Siro (o di sue collegate/controllate) e punta a risarcimenti in sede civile. Cerato che, invece, la mette come una battaglia senza esclusione di colpi di suoi concorrenti, i quali avrebbero fatto un cartello, con prezzi elevati nelle zone dove operavano, e che con l’insediamento in quei territori della San Siro, non avrebbero trovato di meglio che attaccarla, denigrandola.
Nel mezzo stanno i parenti dei morti, che interrogati confermano l’avvicinamento da parte di persone dell’Istituto Lombardo di Tanatoprassi e la successiva proposta di personale della San Siro. E’ poi da annotare che da oltre due anni gli uffici regionali della Lombardia, con ripetute circolari, stavano mettendo sul chi va là le Direzioni sanitarie delle strutture sanitarie, per evitare commistioni e per rendere effettiva la norma regionale in materia, di tutela della concorrenza (e dei cittadini), evidentemente con scarsi risultati (e sarebbe interessante che il giudice monzese approfondisse anche le circostanze e i supporter di questi appalti “disinteressati” all’Istituto Lombardo di Tanatoprassi).
Sarebbero storie di “ordinaria caccia al morto”, presente purtroppo in ogni ospedale d’Italia, se non vi fossero immischiati 2 pezzi da novanta dell’imprenditoria funebre italiana: Maurizio Zaffarano, già presidente di Federcofit, che in quella veste si è particolarmente distinto per la applicazione di norme etiche da parte di suoi associati (e non associati), spesso inascoltato. Alcide Cerato che,con le proprie influenti conoscenze aveva convinto alti esponenti del precedente Governo Berlusconi a far fuori il regolamento di polizia mortuaria nazionale predisposto dal Ministro Bindi, per sostituirlo con una normativa fortemente liberalizzatrice, sostenuta dal Ministro Sirchia. Ma anche in Regione Lombardia i due (Zaffarano e Cerato) si erano a lungo combattuti con interventi a tutto campo, che avevano condizionato (e non poco) i lavori per la formazione della legge regionale in materia funeraria e del regolamento applicativo. Se non ci scappasse da ridere (per le asserzioni dell’Antitrust sulla concorrenza sleale fatta da una impresa funebre pubblica, che aveva l’unico torto di gestire la camera mortuaria di un ospedale in forza di regolamento comunale, senza approfittarsene, anzi per vigilare sulla correttezza delle scelta dei dolenti), la cosa sarebbe veramente da far piangere … Almeno registriamo che, questa volta, la legge è uguale per tutti.
ho letto l’articolo “guerre tra pezzi da novanta milanesi nel settore funebre” io non sono affatto meravigliato, perchè questo problema esiste in tutte le strutture pubbliche e private d’Italia. Ma a parte questo, vorrei far presente un’altro problema assai più importante che sta alimentando queste irregolarità sulla concorrenza nel settore, mi riferisco a tutti questi procacciatori di “defunti”
che non fanno altro che girovagare nei reparti delle strutture (senza che nessuno dica niente) non avendo nessuna autorizzazione, presentadosi come titolari di agenzie funebri ai parenti più vicini e quindi prendere in commissione il servizio senza neanche avere l’autofunebre.
(perchè il problema nasce proprio lì, l’autofunebre è uno degli investimenti più alti per l’avvio di un’agenzia, ma loro che fanno? lo prendono in affitto a prezzi che partono da €.120,00 a 150,00 a servizio da agenzie funebri stesse che non avendo servizi in quel preciso giorno pensano bene di affittarlo fregandosene di rovinare il mercato).
Allora io mi domando, possibile che non ci sia una legge a regolare e prendere in considerazione che un’agenzia funebre può ritenersi tale nel momento in cui abbia almeno l’AUTOFUNEBRE?
Sono sicuro che almeno il 30 % delle agenzie presenti oggi sul territorio ( e sono quelle che danno più fastidio) con una legge del genere scompariranno.