Gruppi A.M.A. (Auto Mutuo Aiuto) al cordoglio ed al lutto.

Anche se vi siano posizioni che ritengono che i gruppi di Auto Mutuo Aiuto costituiscano una risposta non pienamente adeguata, tuttavia essi forniscono, specie in certi contesti, una risposta nell’affrontare le situazioni di cordoglio e di lutto da parte dei familiari, in conseguenza della perdita dei propri cari.
L’attenzione a tali iniziative non è presente sono nelle grandi aree metropolitane, se il Comune di Dueville (VI) assicura il proprio sostegno ad un’inizitiva di A.M.A., intitolata: “Nel tempo che non è più e che non è ancora”.
Infatti, proseguono regolarmente gli incontri quindicinali del gruppo di auto mutuo aiuto per persone che stanno vivendo l’esperienza del dolore e del lutto per la perdita di una persona cara, e sentono la necessità di non essere soli nell’attraversare questo momento della loro vita.
Gli incontri si svolgono il mercoledì, ogni quindici giorni, dalle ore 20.30 alle 22, presso “Casa Busnelli”, in via Roma (dietro la chiesa) a Dueville (VI). La partecipazione è GRATUITA. Per informazioni: cell. 331 1055533.
Il calendario dei prossimi incontri:
2, 16 e 30 aprile ‘08
14 e 28 maggio ‘08
11 e 25 giugno ’08
Gli incontri saranno sospesi nei mesi di luglio e agosto, per riprendere poi mercoledì 10 settembre 2008.

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Sereno Scolaro

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2 thoughts on “Gruppi A.M.A. (Auto Mutuo Aiuto) al cordoglio ed al lutto.

  1. Le iniziative di A.M.A. sono variamente diffuse sul territorio. Ad esempio, oltre a quelle qui segnalate o auto-segnalate Per inviso quella attivata a Dueville prevede altri cicli nei giorni 10-24 settembre, 8-22 ottobre, 8-19 novembre e 3-17 dicembre), vi anche quelal promossa dalla Caritas di Vicenza (http://www.caritas.vicenza.it/pagina.asp?gruppo=news&cosa=821), che prevede anche un gruppo on-line luttosolitudine@caritas.vicenza.it per incontrareo comunicare via e-mail con persone che vivono o hanno vissuto le medesime difficoltà; per potersi esprimere in uno spazio libero e protetto. Trovare una risposta e un sostegno può essere un contributo utile e spesso necessario per affrontare i periodi difficili della propria esistenza. La partecipazione al gruppo on-line è naturalmente possibile in ogni momento della giornata e in qualsiasi luogo le persone vivano.
    Per altro, quella del gruppi A.M.A. è una delle possibili strade percorribili e, come è fisiologico, non mancano linee d’indirizzo, anche autorevoli, orientate verso soluzioni ritenute maggiormente “evolute”, magari con contenuti “scientifici” di maggiore qualità o ritenuti tali.
    Vi è un aspetto che, per altro, prescinde dall’utilizzo di questo o di quello tra gli strumenti possibili, ciò il fattore per cui il lutto produce effetti sulle persone e sulle loro relazioni di vita, effetti tanto più forti quanto più il lutto sia vissuto individualmente, al di fuori di un sistema di relazioni. La tendenza all’individualizzazione del lutto, sempre più affare “privato” di quanti ne siano colpiti, che è il portato sia dell’attenuarsi delle relazioni sociali, sia delle modalità con cui la morte avviene (il decesso negli ospedali ed istituti di cura costituisce una “spersonalizzazione” della morte, sottratta al sistema delle relazioni sociali e sempre di più “tecnicizzata”, cui, recentemente, si propongono rimedi che vanno nella direzione di accentuare, anche nella fase post-mortem, la disponibilità di luoghi (magari anche belli, esteticamente, ed eleganti) preposti all’accoglimento dei defunti prima della sepoltura), accentuano le difficoltà di affrontare le componenti psicologiche favorenti l’elaborazione del lutto.
    Certamente, non ha molto senso il mero ricordare la morte in casa, in presenza dei figli, nipoti, famigliari, magari anche vicini, propria di una società in larga parte non più presente, ma quelle morti che avvenivano, quando ve ne erano le condizioni, come esperienza non esclusivamente individuale, favorivano processi elaborativi del lutto ed esperienze esistenziali non più o non sempre ripetibili. Sono, ormai, poche le situazioni in cui è ancora possibile la morte nell’abitazione, vissuta (magari anche dal defunto, finché in vita, in termini coscienti) nella famiglia, nel contesto degli affetti e delle relazioni amicali e di vicinato, dove può essere, eccezionalmente (per il lieve numero delle situazioni in cui vi siano le condizioni), ancora una morte piena di dignità, per il defunto e per i suoi familiari.
    Nei contesti urbani, dove è più forte la separazione tra la morte e gli affetti (non solo al momento della morte, ma sempre di più anche nelle fasi successive a questa e precedenti alla sepoltura), i familiari del defunto sono esposti ad un “salto”, che genera senso di perdita (con caratteri di “rottura” improvvisa) e di solitudine, che generano il bisogno di ricorrere a strumenti di accompagnamento. A volte, e non solo per i familiari più stretti del defunto, il c.d. estremo saluto non si traduce, in termini di sensibilità intima, nella sola partecipazione alle cerimonie esequiali, ma porta ad essere presenti prima della chiusura del feretro perché è vedendo, a volte toccando fugacemente, il cadavere che lo si “saluta”.
    Si potrebbe dire come ai funerali non partecipi mai il defunto (del resto già chiuso nel feretro), quanto che esso serva ai vivi, ai familiari, ai parenti, agli amici, ai colleghi di lavoro, ai conoscenti, a quanti conobbero il defunto: il funerale è, in sé, un fenomeno sociale che non riguarda il defunto, ma il suo ambiente relazionale. Ed è proprio la tendenza all’individualizzazione al superamento di queste relazioni che accentua il fenomeno.
    Il tema dell’accompagnamento, delle relazioni (che, a volte, comporta il ricostruire relazioni), della centralità delle persone colpite dal lutto sta sempre maggiormente diffondendosi, richiedendo risposte che possono essere le più varie (e, rispetto ai possibili percorsi, si prescinde, intenzionalmente, da ogni valutazione di merito sull’adeguatezza di questo o quello dei percorsi possibili), è sempre più un bisogno presente nella società e che come tale merita attenzione e presidi, meglio se strutturati. Nell’attuale fase, si la sensazione, proprio per la diversità degli “strumenti” cui si faceva cenno sin dall’inizio, come si sia ancora in una fase spontaneistica (per così dire), non ancora strutturatasi, non solo per diverse sensibilità nella percezione di questo bisogno (e fenomeno), ma anche per l’inidoneità di determinati soggetti che, di norma, esauriscono la propria funzione con la sepoltura o di poco successivamente, mentre potrebbe essere un tema da iniziare a considerare con maggiore attenzione da parte dei soggetti il cui ambito di operatività è nella fase successiva, potendo questo divenire una (necessaria?) integrazione, completamento della funzione di memoria dei defunti, dove la memoria non è separata, distinta dalle figure dei loro familiari (e persone che con il defunto avevano relazioni affettive e/o sociali significative). Non si tratta solo di persistenza della memoria, ma anche di tenere in debito conto la dignità del lutto, cioè di aspetti che riguardano non tanto, o non solo, il defunto, ma le persone che “rimangono”.

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