Ecco un referendum che nasce per l’acqua pubblica, ma che consente di affrontare anche la corretta gestione di servizi come quelli funerari, che sono incappati dentro la modifica data dall’Art. 23-bis.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, costituito da centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla privatizzazione, insieme a numerose realtà sociali e culturali ha deciso di promuovere 3 quesiti referendari, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010. Sosterranno tale iniziativa anche diverse forze politiche.
A partire dal sabato 24 aprile è iniziata la raccolta delle firme, e si conta che in tre mesi si potrà arrivare almeno a quota 500.000 per poter richiedere i referendum. I banchetti per la raccolta delle firme saranno allestiti su tutto il territorio nazionale. Clicca qui per vedere la programmazione dei banchetti in ogni Regione italiana.
I tre quesiti vogliono abrogare la legge approvata dall’attuale governo nel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti.
Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. Ma in effetti col primo quesito referendario, poiché l’abrogazione è dell’intero Art. 23 bis, l’effetto è che se passa il referendum si tornerà alla normativa precedente e quindi non ci sarà la privatizzazione anche dei servizi funebri e cimiteriali, come pure di altri servizi che rientrerebbero nella definizione di Servizi a rilevanza economica.
Per l’aqua l’insieme dei 3 referendum prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione.
Di seguito il testo del referendum (quesito 1) che, maggiormente interessa il settore funerario:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art. 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166?»
Votando SI si abroga l’intero articolo 23-bis… e non si incappa in tutti gli obblighi di trasformazione in società di capitali.
Votando NO si lascia invariata la norma attuale.
Nei primi giorni di raccolta sono già state raccolte oltre 250.000 firme.