Servizio del La7 sul caro estinto

Anche nei momenti più brutti della nostra vita, quando perdiamo una persona cara, potrebbe esserci qualcuno pronto ad approfittarsi della nostra situazione di stordimento emotivo.
Stiamo parlando di quanto accade in quello che noi abbiamo deciso di chiamare il mercato del “caro estinto”. Un esempio ci viene da Torino, dove all’Ospedale Molinette, le fiamme gialle hanno scoperto, con l’ausilio di telecamere nascoste e di intercettazioni ambientali, un giro di mazzette dietro la gestione della camera mortuaria.
L’industria funeraria, infatti, muove tantissimo denaro, un giro d’affari che inizia dalle nostre tasche, nel momento in cui siamo più vulnerabili. Come potete vedere dalla scheda, si tratta di una torta molto grande, che sono in molti a spartirsi; e alcuni di questi non sono onesti. Poiché l’80% delle persone muore in un ospedale, è logico che sia il primo posto dove i responsabili delle pompe funebri tentino di trovare clienti. Non esiste una legislazione nazionale in merito, ma ogni regione ha emanato un proprio regolamento.

Per esempio a Roma – come vedete nel filmato – la gestione dell’obitorio è data in appalto a ditte esterne. Ovviamente i parenti del defunto sono liberi di scegliere di organizzare il funerale con chi preferiscono. Ma spesso, o con piccoli tranelli o facendo affidamento sulla poca lucidità dei parenti per il dolore provocato dalla morte del congiunto, i rappresentanti delle ditte appaltatrici riescono a limitare la nostra “libertà di scelta”. In Emilia Romagna, ci spiega Pierluigi Macini – Responsabile della Sanità Pubblica dell’Emilia Romagna – è stata emanata una legge che stabilisce che le camere mortuarie degli ospedali devono essere gestite o dagli stessi ospedali o da ditte che non hanno nulla a che fare con le onoranze funebri: “E’ l’unico modo per garantire il rispetto dei diritti dei parenti”.

Parlavamo prima del dolore, che ci rende poco lucidi in certi momenti e di cui persone senza scrupoli potrebbero approfittare. Un cartello, una pubblicità, recita giustamente: “Nell’ora più difficile farsi confondere è più facile. Anche se pieni di lacrime, è meglio tenere gli occhi aperti”. E non tutti li tengono aperti, se è vero che ben il 76% degli italiani accetta il prezzo del funerale senza trattarlo.

Ecco una piccola via d’uscita, che come al solito vi proponiamo. E’ possibile rivolgersi a società comunali che effettuano questo tipo di servizio. A Roma, per esempio, c’è l’Ama (Azienda Municipale Ambiente) che offre servizi funebri a prezzi stabiliti:

650 euro per un funerale economico
1000 euro per un funerale medio
1500 euro per un funerale di lusso.

Ma non è finita qui: per far riposare in pace il nostro “caro estinto” è necessario trovare un posto in un cimitero; sapendo che la sistemazione del nostro familiare non sarà comunque permanente. Dopo un alcuni anni, infatti, si viene riesumati e spostati. Con la possibilità, che si ripeta quanto accaduto a Torino, dove i resti di alcuni defunti sono stati scambiati, rendendo necessario il test del Dna per accertare l’identità dei corpi. La via d’uscita in questo caso? La cremazione, pratica che sta prendendo sempre più piede e verso la quale anche la Chiesa ha cambiato atteggiamento.

Fonte: la7.it tratto dalla 4^ puntata di EXIT (Lasette del 12/5/2007)

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mms://media.la7.it.edgestreams.net/video/exit/caro%20estinto.wmv

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One thought on “Servizio del La7 sul caro estinto

  1. L’intervento di Exit (la7), tutto sommato, rimane sul piano generale e, nella prima parte, segnala le prassi che sono, più o meno diffuse, sulle acquisizioni dei funerali, già alla luce delle cronache (segnalazioni “dirette” dei decessi, presenza di I.O.F. nelle camere mortuarie delle strutture sanitarie), mentre nella seconda parte fornisce informazioni generaliste (anche se molto incentrate sulla realta’ di Roma, dove il servizio, o parte di esso, sembra essere stato realizzato).
    Il punto centrale – quello sulle modalità di acquisizione delle commesse per i servizi funebri – per cui, pur nella segnalazione di episodi (ma sono poi episodi?), non è affrontato in termini “scandalistici”, come, a volte avviene, da parte dei mass-media, ma neppure propone o suggerisce soluzioni per superare questi fenomeni, dove ogni prospettiva produrrebbe effetti positivi prima per i familiari in lutto, e, di conseguenza, per una diversa, e migliore, qualità dei servizi.
    Considerando che non è un atteggiamento di richiamo all’aspetto “morale” o con un richiamo a (soli) Codici di deontologia o simili strumenti “volontaristici” che può consentire il superamento di una tale situazione, diffusa, sarebbe ormai il momento che i soggetti interessati – e ci si riferisce, principalmente, alle organizzazioni che assumono di avere una rappresentanza di categoria – riescano a metttersi attorno ad un tavolo e ricerchino soluzioni, se necessario anche legislative (a livello statale, trattandosi di libertà di mercato e della concorrenza), che intervengano a fornire una regolazione sulla fase “critica” che va dal decesso all’esecuzione del funerale, cioe’ che incida sul momento di acquisizione del funerale, sia favorendo la liberta’, obiettiva, nella scelta della I.O.F. di fiducia o ritenuta adeguata alle esigenze della famiglia, sia determinando condizioni perché, quali siano le condizioni della famiglia, tale fase sia assicurata in termini di “neutralità“.
    Non è facile “immaginare” le soluzioni, ma occorre uno sforzo in questa direzione.

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