L’evoluzione della cremazione in Italia
Lo sviluppo della cremazione in Italia è seguito e ne viene data notizia per l’Italia con circolari della SEFIT Utilitalia, l’ultima delle quali è la n. 2427 del 6/08/2024, avente ad oggetto: Statistiche sulle cremazioni effettuate in Italia nel 2023 e proiezioni di mortalità.
Ne riportiamo alcuni dei brani più significativi:
Nel 2023 risultano autorizzati ed operanti in Italia n. 91 impianti di cremazione, senza variazioni rispetto all’anno precedente. In questi impianti, nel 2023, si sono effettuate 252.075 cremazioni di cadaveri (259.915 nel 2022).
A tali valori sono da sommare 44.210 cremazioni di resti mortali nel 2023 (a fronte di 45.986 nel 2022).
Pertanto, nei crematori italiani si è effettuato nel 2023 un totale di 296.285 cremazioni (305.901 nel 2022).
La cremazione di resti mortali è variata di poco rispetto all’anno precedente (- 1.776) e, per l’anno 2023, incide per poco meno del 15% sul totale delle cremazioni effettuate.
Le cremazioni di cadaveri effettuate in Italia nel corso del 2023 sono diminuite del 3,0% rispetto all’anno precedente, con un decremento numerico corrispondente a -7.840 unità.
In presenza del forte calo di mortalità nel 2023 rispetto all’anno precedente ( – 7,41% pari a -52.899 morti annui), la cremazione è però aumentata percentualmente come scelta delle famiglie, e senza crescita di nuovi impianti, segno del consolidarsi di scelte della popolazione nei confronti di questa pratica funebre, a scapito soprattutto della tumulazione.
Difatti l’incidenza della cremazione sul totale dei decessi passa dal 36,43% del 2022 al 38,16% nel 2023.
L’aumento in termini di percentuale sul totale di mortalità è dovuto principalmente alla sensibile crescita della cremazione al Nord, nel Sud e isole (in particolare Sicilia).
Si conferma che le regioni dove la crescita è più accentuata sono quelle meglio dotate di impianti (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana). Si segnala poi la buona performance dei crematori della Campania, per l’effetto di traboccamento soprattutto da Lazio, Sicilia, Puglia e Basilicata.
Ma è in Sicilia che si avverte un forte incremento di cremazioni per effetto della messa in funzione di due nuovi impianti, e dell’ancora parziale ripresa del servizio a Palermo.
Si segnala che le cremazioni di alcune regioni sono numericamente influenzate da apporti di domanda inevasa proveniente da altri territori, attualmente sottodotati di impianti, come sono infatti soprattutto le regioni Puglia, Lazio e Sicilia, o privi di impianti come Abruzzo, Basilicata, Molise.
L’incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture, per l’anno 2023, è del 38,16%, con un incremento in termini percentuali del +1,7%, rispetto al dato 2022 (36,43%).
Nel 2023, così come negli anni precedenti, le città in cui viene effettuato il maggior numero assoluto di cremazioni sono generalmente le città metropolitane.
Quanto incide oggi la cremazione in Europa?
In tutta Europa è in atto una crescita della cremazione, che comprime le forme di sepoltura tradizionali (in genere è più diffusa la inumazione in terreno che non la tumulazione). In Europa la cremazione ha raggiunto e superato il 40% (dato non aggiornato) delle preferenze della popolazione.
Dove si trovano i dati statistici?
Le statistiche sulla evoluzione della cremazione in Italia, come anche dell’andamento della mortalità e delle forme di sepoltura, sono elaborate annualmente dalla SEFIT Utilitalia (Federazione dei Servizi Funerari Italiani).
Il file è in formato PDF e la fonte è Utilitalia SEFIT. Per vederlo o scaricarlo clicca su
Dati 2023
I dati degli anni precedenti sono reperibili per gli associati SEFIT Utilitalia nel sito www.sefit.org; per i non associati è possibile rinvenirne una raccolta storica nel sito www.funerali.org, previa registrazione come abbonato Premium.
E nelle prossime righe potrete trovare i links ad alcuni articoli che trattano la materia, in ordine di data dal più recente al più vecchio come inserimento:
Negli USA la crisi fa aumentare la cremazione oltre le aspettative
La crisi economica sta spingendo sempre più persone a scegliere negli USA la cremazione come soluzione per risparmiare ai familiari i costi della sepoltura. Ne ha parlato di recente anche il New York Times. Tony Kelly sapeva che dopo la sua morte, avvenuta in effetti il 29 settembre 2011, avrebbe lasciato la sua famiglia con un debito di 200mila dollari per le cure a cui si era sottoposta durante la malattia. E come lei sempre
Il mercato funerario USA
Perché un funerale? È sentimento comune a tutte le culture riconoscere la tragicità della morte ed il malinconico dissolversi dell’esistenza nel mistero della soglia eterna. Secondo gli antropologi la nostra sfortunata specie , definita “umana”, deve proprio la sua denominazione alla pratica delle sepolture, siccome il vocabolo latino “humus” ossia “terra” dimostra un legame di certo non casuale con il termine “inumare” ossia seppellire. L’inizio d’ogni civiltà sarebbe, allora, indelebilmente segnato dalle pratiche funerarie, perché
X Giacomo,
la tracciabilità delle operazioni cimiteriali di sepoltura, cremazione compresa, (si tratta di una sorta di anagrafe dei defunti) è assicurata dai i registri cimiteriali di cui all’Art. 52 DPR n. 285/1990: essi hanno davvero la qualità di pubblici registri direttamente consultabili dalla cittadinanza.
IL DPR n.285/1990, però, nulla dice a tal proposito, c’è, allora, qualche norma formale dello jus positum cui appigliarsi? Il problema si complica perché questa questione s’interseca fortemente con la normativa sulla privacy, siccome essi contengono dati sensibili. Sul sito di A.n.u.s.c.a leggevo di un opinione diversa volta ad escludere il diretto accesso (ex DPR n.184/2006?) ai registri cimiteriali da parte del privato cittadino, poichè questi “schedari” sarebbero atti interni al circuito comunale della polizia mortuaria. Ho preso un abbaglio mostruoso o in queste parole c’è un barlume di verità? Azzardo una possibile risposta: sull’entità pubblica dei registri cimiteriali si rinvia all’Art. 2699 Cod. Civile, ma si veda anche l’Art. 10 D.LGS n.267/2000; quest’ultimi sono infatti atti formati da un pubblico ufficiale, cioè dal responsabile del servizio di custodia cimiteriale.
Salve, per sapere se una persona è stata cremata o meno posso rivolgermi in regione o bisogna per forza fare riferimento in comune? (In chiesa sono già stato ma senza risultati) esiste un registro in regione per i cremati? Grazie mille per l’eventuale risposta
X Paolo,
Ogni comune, quale titolare ultimo della funzione sepolcrale, gode di un elevato margine di discrezionalità nel fissare i canoni di concessione per le sepolture private: questo calcolo dipende dalla durata della concessione, dallo spazio disponibile (= posti feretro) o dalla posizione in cimitero della tomba stessa in base al piano regolatore cimiteriale ex Art. 91 del Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria approvato con DPR 10 settembre 1990 n. 285.
Si veda, comunque, il D.M. 1/7/2002 adottato ai sensi dell’Art. 5 comma 2 L. 130/2001 con cui si prevede che i canoni di concessione degli spazi cimiteriali (aree, edifici funerari o porzioni degli stessi) siano annuali, anche se ricossi in un’unica soluzione (ossia contabilizzabili nel titolo III del bilancio e non nel titolo IV!), ma anche che abbiano 2 componenti: a) il canone d’uso e b) il canone di recupero delle spese gestionali cimiteriali.
Qualora, per altro, le tariffe del passato fossero state calcolate in modo diverso e quando sussistano ancora, ad oggi, rapporti di concessione pre-esistenti perfettamente validi, in quanto formatisi sotto il dominio di una diversa disciplina, questi, per gli ovvi e logicissimi principi dell’affidamento e del tempus regit actum non potrebbero, in alcun modo, essere modificati unilateralmente, men che meno d’imperio da parte del comune in veste di autorità amministrativa, e, così i relativi oneri verrebbero a concorrere con quelli generali, comunque da recuperare (ma a carico delle “nuove” concessioni di sepolcri privati e delle inumazioni ed esumazioni ordinarie).
Volevo chiedere se qualcuno aveva era a conoscenza di statistiche sui prezzi delle concessioni cimiteriali per tombe di famiglia
la ringrazio della cortese risposta, per quanto riguarda l’Italia i dati riportati nel Vs articolo sono corretti, diversamente i dati riguardanti le singole nazioni estere o intere zone quali nord/sud america , asia o alri continenti, i siti da me trovati evidenziano notevoli differenze tra loro.
A Voi risulta qualcosa al riguardo?
X Mario
Cerchi statistiche sul web. Quelle di riferimento a livello internazionale e riguardanti la cremazione sono raccolte ed elaborate dalla federaIone i gelese per la cremazione
Articolo completo di info e ben articolato.
Cerco statistiche come quelle riportate nel Vs sito ma a livello mondiale.
dove posso trovare queste informazioni?? Grazie
E’ possibile che a metà del 2012 si abbiano le statistiche sui cremati in Italia solo fino all’anno 2007. I sistemi informatici dovrebbero sopperire a questa mancanza, in quanto qui si tratta solo di sapere quante cremazioni
sono state fatte in un anno. Poichè gli impianti di cremazione in Italia mi pare non siano molti quale fonte migliore
avere da ognuno di questi il n° di cremazioni eseguite per poi fare un semplice totale.
@Pasini
In Italia le statistiche sulle cremazioni sono raccolte dalla Federutility SEFIT e sono diffuse ordinariamente a luglio di ogni anno per i totali dell’anno precedente. Pertanto ora si conoscono le statistiche fino a tutto l’anno 2010. Mentre quelle per l’anno 2011 saranno disponibili entro luglio 2012.
Le statistiche vengono periodicamente rese note con apposita circolare Federutility SEFIT.