Vanno sulla tomba del proprio cane al cimitero per animali di Villa Cella, poco distante da Reggio Emilia, ma trova un campo arato. Quel terreno è stato venduto all’asta e il nuovo proprietario ha distrutto tutto. Sconcerto, tristezza, rabbia sono i sentimenti dei proprietari dele spoglie animali.
”Avevamo saputo dell’esistenza di questo cimitero — spiega Balboni – uno dei proprietari degli animali sepolti — ci sembrava una cosa bella e così abbiamo deciso di seppellire li nostro amato boxer Roky. Avevamo pagato 300 euro per la sepoltura, avvenuta nell’aprile del 2007. Poi per vari motivi, non siamo riusciti a venire al cimitero per molto tempo. Abbiamo deciso qualche giorno fa di tornare a vedere come era la tomba del nostro cane. Immaginate come ci siamo sentiti. Siamo tornati il 31 agosto e del cimietro non c’era più traccia: solo un campo coltivato e arato.”.
Anche l’ex proprietario del cimitero per gli animali è amareggiato, perché ha perso quel campo all’asta. “Avevo contratto un mutuo per realizzare il cimitero — spiega Roberto Zurli — avevo messo tutto il mio impegno e soprattutto i miei risparmi. Ma purtroppo le cose non sono andate come dovevano, facevo quattro sepolture all’anno, non ci stavo dentro con il guadagno. Non sono più riuscito a pagare il mutuo e quel terreno è andato all’asta. Ho dovuto per forza chiudere”.
La questione pone problemi evidenti di garanzia sulla permanenza per un certo periodo delle spoglie animali sepolte, analogamente a quanto avviene per i cimiteri di umani (10 anni, per le inumazioni in campo comune), che forse potrebbero essere ridotti a 5 anni (il minimo, sempre per analogia, previsto dal DPR 285/90) per gli animali di piccola taglia.